Carrozzeria Orfeo. Miracoli metropolitani, un’attuale spaccato di miseria umana con comicità

Carrozzeria Orfeo. Miracoli metropolitani, un’attuale spaccato di miseria umana con comicità
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Lo spettacolo della compagnia “Carrozzeria Orfeo” diretto da Gabriele Di Luca, in scena al teatro Vascello, è uno spaccato di attualità e vita quotidiana con focus sui ceti meno abbienti e sui maggiori problemi ambientali e sociali di oggi.

Si svolge in una cucina a domicilio specializzata in cibi per ciliaci e vegetariani con materie prime liofilizzate, ma non solo, racconta l’intrecciarsi di storie difficili e spesso miserabili dei personaggi che lavorano in questo scantinato sgangherato.

I protagonisti potremmo essere noi, l’autore ci fa “sentire a casa”, indaga antropologicamente tutti i possibili conflitti e drammi dell’italiano medio, le bassezze e le speranze, i fallimenti e la voglia di rivincita di noi tutti. Di Luca racconta un mondo corrotto e cinico che insegue i suoi personali interessi, ma che poi sa redimersi a volte e salvarsi dopo esser stato “colpito” dalla durezza della vita.

Riesce a fare tutto questo con scioltezza e un linguaggio giovane e diretto, colorito, quasi slang, ricco di battute riuscite, clichè moderni, ironia, sarcasmo, crudezza che gli attori di “Carrozzeria Orfeo” fanno vivere con grande efficacia ed ilarità. Lo spettacolo è molto divertente, a tratti dolce e toccante, spesso crudo e caustico, volgare e irriverente, riesce a viaggiare su più piani e a ribaltare molte situazioni.

Si affrontano così tantissimi temi, dal maschilismo, ai rapporti familiari e alla vecchiaia, passando per la vanagloria dei social e altri che propongono una riflessione costante e più visioni della vita; essi attraversano la narrazione per poi lascia repentinamente spazio ai successivi.

Tra quelli più significativi e ricorrenti ci sono l’immigrazione e l’ambiente: uno dei drammi è incarnato dalla vicenda dell’aiuto cuoca etiope che sintetizza la discriminazione civile, il razzismo, le azioni governative di controllo e restrizioni violente ai danni degli immigrati. Poi l’emergenza fognaria e ambientale che comporta una calamità cittadina e costringe il popolo a chiudersi. Temi sempre attuali e conseguenze catastrofiche non impensabili.

Ottima interpretazione degli attori sempre sul pezzo, freschi e energici, in linea col ritmo movimentato e costante della storia. Il pubblico ride, apprezza, si lascia toccare e trascinare.

Tra i vari personaggi più riusciti di questa umanità / disumanità narrativa, ricordiamo l’aspirante attore, nonchè carcerato costretto ai lavori sociali, che nella sua notevole potenza espressiva e declamatoria dichiara la necessità di scrivere ed esprimere qualcosa di pungente, utile e pericoloso, “riportandoci” probabilmente la visione poetica e stilistica dell’autore della pièce.

Recensione di Demian Aprea

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