Greta Garbo, la Divina, ammaliante e sfuggente

Greta Garbo, la Divina, ammaliante e sfuggente
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Greta Garbo, assolutamente nata per essere attrice è l’indimenticabile Anna Karenina nella celeberrima versione muta del 1927 del capolavoro di Tolstoj, diretta da Edmund Goulding, con John Gilbert.

Il successo della pellicola fu tale che nel 1935 la stessa MGM ne fece un remake sonoro, sempre interpretato da Greta Garbo, affiancata però da Fredric March.

Diversamente dalla pellicola del 1927 in cui la vicenda conosce un lieto fine, nel 1935 si seguì il racconto originario che terminava con il suicidio della protagonista.

Attrice svedese, naturalizzata statunitense, fra le più celebri della storia del cinema, malinconica e solitaria, sin da bambina giocava a fare teatro: da sola nella cucina di casa indossava abiti dismessi, si truccava e inventava spettacoli.

Greta Garbo (web)

Greta Garbo, pseudonimo di Greta Lovisa Gustaffson,  (Stoccolma, 18 settembre 1905 – New York, 15 aprile 1990),  terza di tre figli, (Alva e Sven), nasce a Södermalm, un quartiere popolare di Stoccolma, da una famiglia di modeste origini: suo padre, Karl Alfred Gustafsson (1871–1920), lavorava come netturbino e la madre, Anna Lovisa Karlsson (1872–1944), era una contadina d’origine lappone.

Nel 1920, quindicenne, alla morte del padre (a causa dell’epidemia spagnola) abbandona la scuola per contribuire al sostentamento della famiglia.

Lavorando come commessa presso PUB, i famosi grandi magazzini di Stoccolma, viene notata per la sua avvenenza. Posa come modella e successivamente appare in due brevi cortometraggi pubblicitari; i filmati attirarono l’attenzione del regista Erik Arthur Petschle, che la fa esordire sul grande schermo nella commedia Luffar-Petter nel 1922.

Recita in vari film con registi svedesi, tra cui I cavalieri di Ekebù, tratto dalla saga di Gosta Berling, capolavoro della letteratura svedese.

Supera una dura selezione, vince una borsa di studio per l’Accademia Regia di Stoccolma e a 18 anni viene chiamata per un provino dal regista finnico Mauritz Stiller, uno dei più geniali ed eccentrici registi dell’epoca che, apprezzandola, le farà da mentore e pigmalione e, soprattutto, amico riservato e prezioso. E’ Stiller che sceglie per Greta lo pseudonimo di Greta Garbo.

Greta Garbo (web)

Greta giunge negli Stati Uniti nel 1927 e interpreta circa venti pellicole, fino al 1937, con il ruolo di seduttrice senza scrupoli destinata a una tragica fine. Non è proprio il ruolo da lei preferito, ma questi personaggi contribuirono in maniera determinante a creare il suo mito.

Ammaliante con lo sguardo profondo e lontano, e il volto attraversato da espressioni rapidissime, molteplici e sfuggenti.

Nel 1930 la MGM produce il film drammatico in bianco e nero Anna Christie, diretto da Clarence Brown,  con protagonista Greta Garbo che per la prima volta seduce il pubblico anche con la voce. Il film usce nelle sale americane nel gennaio 1930, ma in Italia viene distribuito nel marzo del 1931, muto, con didascalie in italiano per ordine della censura, a eccezione di un grido della Garbo.

Nel 1983, la Rai dedica all’attrice  un ciclo di undici film e nell’occasione Anna Christie viene doppiato in lingua italiana.

Dal 1927 al 1937, la Garbo interpreta una ventina di film, nel ruolo di seduttrice.

L’attrice avrebbe desiderato interpretare la parte di Giovanna d’Arco, ma le sue aspettative di ottenere ruoli più aderenti alla sua personalità vengono ripetutamente scoraggiate dalla MGM.

Il bellissimo volto, appariva  meravigliosamente illuminato dal direttore della fotografia William H. Daniels e la Garbo esigeva che ci fosse Daniels a curare la fotografia, e pretendeva compensi sempre più alti, richieste che la MGM concedeva impiegandola in film muti.

La MGM era consapevole del forte accento svedese dell’artista e la fa attendere per l’interpretazione di film sonori.

Greta Garbo  ha successo in tutti i diversi ruoli: spia, regina del doppio gioco, assassina, aristocratica, moglie infedele, ammaliatrice, donna irresistibile, cortigiana e prostituta.

Ad ogni film, pubblico e critica approfondivano l’ammirazione.

Greta Garbo (web)

Film che sono rimasti nella memoria collettiva: Mata Hari, Grand Hotel, La regina Cristina, Maria Walewska, Come tu mi vuoi, Anna Karenina, Storie di personaggi intensi, misteriosi e drammatici.

Nel 1939, Ernst Lubitsch la vuole protagonista di un’esilarante commedia, Ninotchka, in cui la diva,  per la prima volta sullo schermo ride (il film venne lanciato con lo slogan Garbo laughs, ovvero “la Garbo ride”).

Per la prima volta la Garbo rideva, a lungo e a gola spiegata, in un ambiente popolare, in una modesta osteria frequentata da operai. Rideva con loro del suo elegante corteggiatore, il quale, prima imbarazzato poi con autoironia anch’egli rideva di sé conquistando così Ninotchka.

Nel 1941 interpreta Non tradirmi con me per la regia di George Cukor, nel ruolo di due personaggi: una moglie tradita e la sua disinibita gemella, da lei inventata per attrarre di nuovo a sé il marito.

Il film e’ un fiasco, addirittura accusato di immoralità dall’arcivescovo di New York.

La Divina non sa accettare l’insuccesso e non lo metabolizzò mai, abbandonando definitivamente il cinema a 36 anni, malgrado per decenni si susseguissero le proposte di grandi registi per nuovi ruoli.

Nel 1954 le viene conferito un premio Oscar alla carriera, ma non si presenta a prenderlo.

Dal ritiro dalle scene fino alla morte, avvenuta al Medical Center di Manhattan nel giorno di Pasqua del 1990, l’attrice conduce  una vita assolutamente riservata, cercando il più possibile di evitare giornalisti e fotoreporter, restando affiancata solo dalla nipote e dai parenti.

Riesce a non rilasciare mai alcuna intervista, tranne all’inizio della sua carriera, ma non puo’ impedire di essere fotografata. Rarissime sono le occasioni in cui si fa fotografare consensualmente.

Per quanto riguarda la vita privata la Garbo e’ stata assolutamente contraria ad esporsi. Durante gli anni Trenta vive un’importante storia sentimentale con il direttore d’orchestra Leopold Stokowsky, con una fuga d’amore a Ravello sulla costiera amalfitana nel 1938.

Ha anche un’intensa relazione lesbica con Mercedes de Acosta, poetessa statunitense di origine spagnola.

Greta Garbo stabilisce la propria residenza a New York, in un lussuoso appartamento alle cui pareti erano appesi alcuni quadri di Renoir, uno fra i suoi pittori preferiti.

Greta Garbo (web)

Post mortem, Greta Garbo riesce a sfuggire ancora, disponendo per testamento di essere trasferita nell’isola natale, nel cimitero di Skogskyrkogården, a Stoccolma, dove riposa, lontana da quel mondo a cui probabilmente sentì di non appartenere mai.

Di Judith Maffeis Sala

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