Due spettacoli su Edipo al Teatro Studio Melato

Due spettacoli su Edipo al Teatro Studio Melato
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La figura di Edipo è al centro di due spettacoli creati da Chiara Guidi, cofondatrice della Societas Raffaello Sanzio, oggi Societas, da sempre impegnata in una ricerca teatrale intorno alla voce e alla sua valenza drammaturgica.

Entrambi al Teatro Studio Melato, il primo, Edipo. Una fiaba di magia, è in scena dal 27 aprile al 2 maggio; il secondo, Edipo Re di Sofocle. Esercizio di memoria per 4 voci femminili, dal 4 al 7 maggio.

 «Credo che il mio lavoro si ponga tra infanzia e voce, per la loro capacità di sollevare qualcosa che non si vede ancora e di credere in ciò che ancora non è. Per questo voglio stare con la cultura di cui i bambini sono portatori. Stare con gli infanti, coloro che vivono prima del linguaggio, per ritrovare la mia voce».

Chiara Guidi

Attrice, regista, drammaturga e didatta della storica compagnia teatrale Societas, Chiara Guidi sviluppa da più di trent’anni una personale ricerca artistica sulla voce come chiave drammaturgica nel dischiudere suono e senso di un testo, interrogando il teatro anche attraverso una specifica concezione di infanzia. Un percorso che l’ha portata, in anni recenti, anche a condurre un intenso dialogo con gli insegnanti.

La figura di Edipo è al centro dei due lavori, realizzati in dialogo con lo scenografo Vito Matera. In Edipo. Una fiaba di magia (in scena dal 27 aprile al 2 maggio per un pubblico infantile a partire dai 7 anni, tra matinée, pomeridiane e serali) l’artista affronta il mito di Sofocle come magica fiaba legata ai culti della fertilità ancestrali.

In questo primo spettacolo – esempio di quel “teatro infantile” di Chiara Guidi di cui Buchettino, sempre passato al Piccolo qualche anno fa, è l’esempio più celebre – il mito di Edipo si ricollega alle antiche civiltà dei fiumi: la vecchia madre-terra accoglie nel suo grembo il giovane seme che vi penetra per nascondersi, dormire e generare un frutto. «Ma cosa succede là sotto, in quel tempo di macerazione e morte del seme nella terra, durante l’inverno? La Sfinge lo sa, e apre il sipario a coloro che sanno decifrare i suoi enigmi. Soltanto trovando una soluzione agli oscuri quesiti si può accedere nell’antro della terra dove un seme diviene un uomo: Edipo».

Nel secondo spettacolo del dittico presentato al Piccolo Teatro, Edipo Re di Sofocle. Esercizio di memoria per 4 voci femminili(in scena dal 4 al 7 maggio tra repliche serali e pomeridiane) l’artista scandaglia in chiave polifonica la tragedia di Sofocle attraverso una radicale indagine sulla voce per giungere al suono e al senso più profondo della parola.

Nell’Edipo Re di Sofocle, spiega la regista, che è anche attrice e drammaturga, «nulla di quanto viene detto è visto, e la peripezia si affida alla parola e al suono della voce». Solo con la voce – nel suono di lettere, sillabe, vocali, consonanti che, come nei miti cosmogonici, portano il mistero della rappresentazione del mondo – Edipo scopre la verità della propria origine e del proprio destino. Lo spettacolo, che viene riallestito dopo il debutto di qualche anno fa a Roma, nella cornice della mostra Il corpo della voce, vivrà a Milano un nuovo debutto.

Presentazione

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