Giulio, la storia comica di Cesare

Aleksandros Memetaj e Yoris Petrillo curano regia e coreografie di “Giulio”, spettacolo in scena allo “Spazio Rossellini” di Roma con la loro compagnia “Anonima Teatri”. Si tratta di una personale riscrittura del Giulio Cesare che alleggerisce la drammaticità dell’opera di Shakespeare mantenendone però il peso specifico e l’intreccio.
Il taglio di questa riuscita messainscena è contemporaneo e sperimentale, con un attingere frequente al teatro danza e alla danza contemporanea che esprime astrattamente e plasticamente alcuni passaggi della storia.
La rappresentazione mai scontata ridicolizza le vicende e i protagonisti con un cospicuo lato comico e tuttavia ci riporta precisamente i fatti, le difficoltà di fare una scelta per i personaggi, il peso politico e il sapore della tragedia che sta per avvenire, con momenti di suspence e rischio. Nonostante lo spettatore già immagini la conclusione può aspettarsi di tutto.
I personaggi sono intensi, sfaccettati ed imprevedibili, emergono in particolare un Giulio Cesare grottesco, sciocco ed esteta con prerogative fashion e un Antonio istrione e burattinaio degli eventi, capace di rivoltare e smuovere anche un sasso con la sua loquacità e arguzia per ottenere ciò che vuole. Un ragazzino di nome Giulio, servo di Bruto, è il ciabattino che potrebbe salvare il re, un personaggio innocente e commovente, pretesto della storia e accomunato a Cesare per destino.
L’elemento più significativo e che colpisce è l’ironia sempre trasbordante in scena, una visione con cui i registi e gli attori rinnovano intelligentemente l’opera e la raccontano in modo originale, “giocandosi a carte” la vita di Cesare con cruda dolcezza e simpatia, come fosse una barzelletta.
Recensione di Demian Aprea