Lavia struggente e decadente uomo ridicolo di Dostoevskij

Lavia struggente e decadente uomo ridicolo di Dostoevskij
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E’ andato in scena al Piccolo Teatro Strehler di Milano Il sogno di un uomo ridicolo di Fedor Dostoevskij, adattato da Gabriele Lavia che ne ha curato sia la traduzione che la regia.

Si tratta di uno spettacolo dal retrogusto decadente dove Lavia si mette alla prova anche con un esercizio fisico notevole considerato che recita con una camicia di forza per tutta la durata dello spettacolo. Con Lavia sul palco anche Lorenzo Terenzi nel ruolo silenzioso del suo alter Ego.

Lavia segue il testo del racconto di Dostoevskij, mettendoci il giusto pathos e meritandosi gli applausi da standing ovation del pubblico meneghino.

Il sogno di un uomo ridicolo narra di un uomo che sogna di uccidersi e di arrivare in una terra incontaminata e pura, mentre l’autore racconta di come l’umanità si sia rovinata per sempre.

Lavia si muove ingabbiato e percorre il palco avanti indietro proponendo un monologo continuo dove riflette sulla sua condizione di uomo deluso, ma non manca la speranza e il messaggio finale vuole essere un invito all’amore e alla solidarietà perché come dice Dostoevskij “solo la bellezza salverà il mondo”.

Afferma Gabriele Lavia: “È l’opera che ho rappresentato di più nella mia vita, più dell’Amleto. È certo lo spettacolo più faticoso che abbia mai fatto e per questo avevo giurato di non farlo più… data l’età. Ma al Teatro che porta il nome di Strehler non potevo dire di no. E così ho tirato fuori la mia vecchia camicia di forza, che pensavo di non dovere indossare mai più, per dedicare proprio al Grande Maestro questo Sogno. Ma ne sono felice”.

Recensione di Lucilla Continenza

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