Spaghetti, la migrazione italiana tra acrobazie e evoluzioni poetiche

Spaghetti, la migrazione italiana tra acrobazie e evoluzioni poetiche
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Spaghetti per la regia di Roberta Castelluzzo è in scena al Teatro Vascello di Roma fino al 30 ottobre. E’ uno spettacolo di Teatro e Circo che ci riporta ai primi del 1900 quando molti Italiani emigravano in America. La scena è attraversata da attori e acrobati che ricreano, con azioni spesso di gruppo, situazioni classiche a bordo della nave: dal lavoro all’attesa, dall’approvvigionamento al litigio e lotta “danzata” tra uomini, all’innamoramento e così via.

Si raccontano aneddoti familiari di un secolo fa, con l’uso di vari dialetti che accomunano parti diverse d’Italia in un unico grande destino. La tradizione culinaria italiana viene spesso chiamata in causa nella scena: essa rappresenta un elemento di tradizione che consente di portare un pezzo della propria terra d’origine con sé nel nuovo mondo. Allora i salami che volteggiano con giocoleria tra gli artisti, ma anche altri oggetti, piatti, valigie e funi.

Tecniche e strumenti circensi di equilibrismo e in volo, consentono di disegnare azioni e situazioni tra i migranti che si adoperano anche in acrobazie ed evoluzioni a terra o si dilettano in semplici passi danzati con stile e sottofondo swing.

A completare il tutto, la bellissima atmosfera creata da una scenografia di pacchi, valigie, funi, brande e lanterne che raccontano visivamente il viaggio, sapientemente illuminati da luci evocative. Le musiche richiamano temi conosciuti di quegli anni e melodie famose italiane, una chitarra accompagna silenziose e delicate torsioni ed evoluzioni ipnotiche di una donna che sembra sognare, sospesa su una lenta altalena: quasi il leggero sciabordio dell’onda sulla prua.

Le cifre di questa rappresentazione sono la poesia e la delicatezza miste a sottile malinconia, tutto è molto morbido e giocato.

Italiani migranti… “Italiani, un camposanto di magnaspaghetti”.

Recensione di Demian Aprea

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