Il gioco, filo rosso di Sogno di una notte di mezza estate di Andrea Chiodi

Il gioco, filo rosso di Sogno di una notte di mezza estate di Andrea Chiodi
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E’ di scena al Carcano di Milano dal 15 al 23 ottobre Sogno di una notte di mezza estate, la commedia piu’ rappresentata e conosciuta di Shakespeare per la regia di Andrea Chiodi, che sceglie per questa rivisitazione, un cast di giovani e talentuosi attori.

La sala gremita di pubblico per la prima, ha salutato gli attori con un caldo appaluso. Spettacolo classico ma che affronta con leggerezza cinquecentesca l’amore nelle sue sfaccettature imprevedibili, incantate e anche disincantate e che dona un paio d’ore di impegno e al contempo leggerezza.

Per la rappresentazione Chiodi sceglie una scenografia semplice e particolate con una giostra e uno scivolo di ferro dove gli attori si muovono nei diversi ruoli della complessa drammaturgia e metafora della fanciullezza.

Scenografia  che si intreccia con il motivo del gioco ripetuto anche nelle battute dei personaggi e dal ritmo acrobatico della narrazione sempre incalzante e giocosa, dai costumi di scena: il bianco della purezza per Elena, Ermia, Lisandro e Demetrio e calzoncini corti per gli altri attori. Rappresentazione che conserva comunque la matrice del testo originale.

Il ruolo del dispettoso folletto Puk viene però assegnato a una donna (Beatrice Verzotti) dall’aspetto di agile e perfida matrona vestita di nero, mentre Oberon e Titania, come Ippolita e Teseo ai navigati Igor Horvat e Anahi Traversi. Il resto del cast, composto da un totale di 14 attori è quasi tutto alla sua prima prova importante sul palco e diplomato alla scuola del Piccolo di Milano.

“Il mio Sogno vuole partire da qui, dal gioco dei bambini, un gioco che diventa per altro serio perché capace di indagare sulla natura dell’uomo e di descrivere gli stadi di evoluzione di una vita umana, e Shakespeare lo fa, nel Sogno, facendoci fare un percorso nei vari stadi della vita: l’infanzia nel prologo, l’adolescenza nel bosco incantato e complesso, e la maturità nel finale. Realtà fantasia, Atene e la foresta incantata, Teseo e Oberon, tutto nell’opera ci racconta di razionalità magia, di pensiero e rituale, sempre su un doppio binario.”

Sogno di Andrea Chiodi c’entra l’obiettivo e risulta un lavoro pulito, ben semplificato, scorrevole. Nota di merita va ad Alfonso De Vreese, Botton scoppiettante e dotato di una verve comica molto naturale.

Recensione di Lucilla Continenza

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