Il Berliner Ensemble all’Argentina di Roma fino al 15 ottobre

Dopo quasi 40 anni di assenza dalle scene italiane, il Berliner Ensemble, tra le più prestigiose istituzioni internazionali della storia del teatro, arriva a Roma, dall’11 al 15 ottobre al Teatro Argentina, per la 37esima edizione del Romaeuropa Festival con L’opera da tre soldi diretta da Barrie Kosky, tra i massimi registi teatrali e d’opera viventi.
Fondata da Bertolt Brecht, la compagnia riallestisce il celebre “spettacolo con musica” Die Dreigroschenoper, oggi patrimonio della cultura teatrale, scritto e messo in scena nel 1928 dal drammaturgo tedesco e musicato da Kurt Weill: una feroce critica, parodica e umoristica, al mondo borghese e alla società capitalista.
Ma è al genio musicale di Weill che il regista vuole rendere omaggio, figlio della brillante stagione della Germania di Weimar e responsabile del rinnovamento del teatro musicale a livello internazionale, Weill «insieme a insieme a Schönberg e Stravinsky»afferma il regista, «è uno dei cinque grandi compositori del 20° secolo».
Adattamento della traduzione di Elisabeth Hauptmann della Beggar’s Opera (L’Opera del Mendicante) di John Gay, satira di successo del 1728 nei confronti del melodramma italiano, l’opera di Brecht e Weill è ambientata nei bassifondi londinesi di inizio Novecento, in un mondo freddo e reificato abitato da personaggi senza scrupoli, ma Kosky si astrae totalmente dalla dimensione storico politica e dalla funzione del teatro epico per rimettere al centro del suo allestimento le celebri musiche di Kurt Weill, viatico per la dimensione più emotiva dell’opera.
«La musica di Weill è fantastica: è esigente nella sua ricchezza di allusioni, nella sua sottile critica (vi si possono trovare numerosi colpi di scena ironici) e allo stesso tempo è sobria e lirica, amara e allegra, malinconica e aggressiva» dichiara Barrie Kosky.
Sono l’esilio dalla Germania nazista e la sua influenza negli Stati Uniti, a Broadway, a contribuire all’oblio del talento rivoluzionario di Weill nella cultura tedesca. «A mio parere, abbiamo a che fare con un compositore che ha combinato 5000 anni di tradizione sonora ebraica con l’apice della musica sacra protestante tedesca e il jazz della città moderna. Questo è stato possibile solo con Kurt Weill e ha significato una rottura assoluta con tutta la tradizione wagneriana, decisiva fino ad allora».
Su un palcoscenico spoglio, abitato da un’impalcatura gigante sulla quale si arrampicano e muovono gli attori, Barrie Kosky costruisce una storia profondamente attuale di amore e di violenza, restituendo centralità a un protagonista fondamentale della storia della musica mondiale.
Presentazione