M Il figlio del secolo. Popolizio torna al Piccolo di Milano

M Il figlio del secolo. Popolizio torna al Piccolo di Milano
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Al Piccolo Teatro Strehler, dal 28 settembre al 16 ottobre, M Il figlio del secolo uno spettacolo di Massimo Popolizio, dal romanzo di Antonio Scurati. Dopo il grande successo della scorsa stagione, torna sul palco del Teatro Strehler la produzione di Piccolo Teatro di Milano, Teatro di Roma e Luce Cinecittà.

Un tuffo a capofitto nella storia, per portare in teatro i sei anni che sconvolsero l’Italia. A partire dal romanzo di Scurati, Massimo Popolizio costruisce uno spettacolo epico ed emozionante, un thriller di cui conosciamo la fine: diciotto attori e ottanta personaggi, per raccontare in scena l’ascesa di Mussolini.

«È una staffetta tra diciotto attori – spiega Massimo Popolizio – che, lontano da ogni retorica, porta all’attenzione del pubblico il ritmo incalzante di una scalata al potere, avvenuta in un momento di profonda debolezza di istituzioni e partiti».

Così Massimo Popolizio illustra la drammaturgia in trentun quadri che ha tratto da M Il figlio del secolo di Antonio Scurati: con un montaggio incalzante, un andamento epico e una forte presa emotiva, lo spettacolo attraversa i sei anni (1919-1925) che seguono la Grande guerra, con l’impresa di Fiume, il basculare del paese verso la rivoluzione socialista, la reazione e il dilagare dello squadrismo, la rocambolesca Marcia su Roma (di cui nell’ottobre del ’22 ricorre il centenario) e l’inesorabile efficacia di una dottrina politica che si sottrae alle categorie di giudizio con l’azione violenta.

Protagonisti ne sono il fondatore del fascismo almeno quanto i suoi comprimari, che sentiamo esprimersi in terza e prima persona, Marinetti, D’Annunzio, Margherita Sarfatti, gli antagonisti Nicola Bombacci, Pietro Nenni e Giacomo Matteotti (colto anche nella commovente relazione epistolare con la moglie Velia), Italo Balbo, gli smobilitati della Grande guerra e tutta una nuvola di individui venuti dal basso. Ma al centro della scena è tutta la comunità nazionale, quel “paese opaco” che consentì l’instaurarsi della dittatura.

Presentazione

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