Piero Pelù / Marat, il tableau vivant d’effetto

Piero Pelù / Marat è alla Cineteca Milano MIC. Si inaugura dal 15 luglio l’installazione del tableau vivant del cantautore, cofondatore del gruppo rock Litfiba, Piero Pelù, adagiato in una vasca, in versione morto.
L’idea di realizzare e mostrare in questo modo inedito e satiricamente funereo Piero Pelù nasce alla Cineteca Milano MIC, che l’affida a Leonardo Cruciano, noto per la sua attività in campo cinematografico e televisivo, fondatore della casa di produzione di effetti speciali e visivi Makinarium.
Leonardo Cruciano dà vita a esseri dell’immaginario, mostri, creature iperrealiste, destinate a film horror. Ogni elemento rispecchia assoluta perfezione nei dettagli, e gli elementi di trucco prostetico vengono realizzati, quando è possibile, da calchi dal vero. Ecco quindi, di nuovo morto il nostro rocker fiorentino. In tale condizione l’abbiamo visto interpretare il ruolo di Gabriele Arcangelo nel film black comedy I Cassamortai, diretto da Claudio Amendola e uscito su Amazon Prime Video nel marzo 2022.
Nel film il cantante rock Gabriele Arcangelo muore e la sua manager, Maddalena, affida le esequie ai Pasti, i cassamortai. Per il film Pelù firma anche la colonna sonora, assieme al produttore e al polistrumentista Carboni.
Leonardo Cruciano impiega una delle riproduzioni dummy utilizzate nel film I Cassamortai, prendendo ispirazione dal celebre dipinto di Jacques-Louis David La morte di Marat (1793).
Nel film di Amendola, il cantante muore, viene riesumato diverse volte e per diverse volte viene truccato e plastificato dal tanato estetista. Sono perciò state impiegate due riproduzioni dummy di Piero Pelù. L’opera esposta alla Cineteca Milano MIC è la versione che nel film viene utilizzata dopo un paio di interventi di trucco estetico, quindi molto fedele e naturale.
L‘istallazione è accompagnata dall’esposizione dei frame più suggestivi dei film che si ispirano all’illustre opera neoclassica, in un allestimento che inserisce il nostro Pelù/Marat in una catena cinematografica di rilettura del primo Marat nella storia dell’arte, che parte dai Fratelli Lumière e si conclude con Lady Gaga/Marat di Robert Wilson, passando per Napoléon di Abel Gance e altri titoli.
La mostra è l’occasione per ospitare, ogni sabato, a partire dall’inaugurazione per tutto il periodo dell’esposizione, una rassegna cinematografica delle opere del percorso espositivo, composta sia dai grandi film che citano il dipinto di David, quali Il ventre dell’architetto di Peter Greenaway, Marat/Sade di Peter Brook, A proposito di Schmidt di Alexander Payne, Il Padrino di Francis Ford Coppola, sia dai film che raccontano la vicenda di Marat da un punto di vista storico, come il Danton di Andrzej Wajda.
“L’istallazione – dichiara Matteo Pavesi, direttore di Cineteca Milano – ha molto a che fare con i ready-made di dadaista memoria: un oggetto che, estrapolato dal suo contesto quotidiano, assume un altro significato e un’altra funzione, talvolta trasformandosi concettualmente in un’opera d’arte. Il nostro Pelù è un dummy iperrealista. Con i costumi e le scenografie ispirate al capolavoro di David, l’opera cambia funzione diventando a sua volta lettura e interpretazione contemporanea e ironica di un quadro classico, inserendosi in una storia del cinema citazionista. Questa riproduzione di Pelù è anche un modo di ripensare al lavoro dei creatori di effetti speciali e trucchi per il cinema, alla loro creatività capace di travalicare il perimetro della scena cinematografica per raccontarci altre storie”.
Di Barbara Manenti