Terribly Funny. Jimmy Carr e il suo show terribilmente divertente

Jimmy Carr intrattiene, punzecchia, provoca e fa riflettere con il suo nuovo show Terribly Funny, per la prima volta in assoluto in Italia e in tour in Europa.
Terribly Funny: la nuova scommessa di Jimmy Carr di cui avevamo bisogno
Jimmy Carr. Un nome, un programma – come si suol dire.
Chi è stato mercoledì sera 6 luglio al Teatro degli Arcimboldi di Milano sa chi è e sa che non ha bisogno di presentazioni, ma per gli altri che ancora non lo conoscono, spendiamo due parole su questo stand-up comedian inglese, attivo dai primi anni duemila.
Jimmy Carr è un comico, un conduttore televisivo e un intrattenitore anglosassone che in questi vent’anni e più si è fatto conoscere dal pubblico di tutto il mondo con programmi come: Distraction, Your Face or Mine, the Fix e gli speciali su Netflix: His Dark Material e Funny Business. Oggi sbarca anche in Italia, per la primissima volta, con il suo spettacolo Terribly Funny, in tour in Europa in questi mesi, e non delude le aspettative.
Chi lo conosce attende l’inizio dell’evento con aspettative alte, in trepidazione ed eccitante attesa, accresciute dalla possibilità di mandargli un messaggio che poi lui proietterà sul palco e leggerà a fine serata.
E Terribly Funny è davvero terribilmente divertente come suggerisce il titolo dello show.
Mani che applaudono, piedi che battono sul parquet del teatro, musica energica e infine lui che appare sul palco con la sua eleganza british che lo contraddistingue.
Fin da subito mette in chiaro le cose: lui è qui per far ridere, per toccare temi scottanti, scomodi, che gli hanno valso anche critiche che hanno minacciato di terminare la sua carriera, tema sul quale scherza, dicendo anche che lui però è ancora qui. Afferma che non risparmierà niente e nessuno e che se a qualcuno non sta bene, beh, quel qualcuno può anche andare a “fuck off”.
E così fa.
Terribly Funny: Jimmy Carr e il suo giocare con il politicamente scorretto
Terribly Funny è tagliente come un’accetta e sviscera argomenti di attualità, su cui la lama di Carr si abbatte come una mannaia con una velocità scoppiettante e irriverente; tanto che a un certo punto il comico inglese si mette a contare gli argomenti già trattati e quelli ancora da toccare. Per rendere poi chiare le cose, ribadisce che sono battute (jokes) e che lui è un comico e che questo è il suo lavoro.
E il suo lavoro lui lo sa fare bene. In teatro tutti sono con lui e lo applaudono e lo incitano, stanno allo scherzo e capiscono che è un gioco divertente, spassoso. Sempre chi lo conosce sa che il suo essere così diretto lo porta spessissimo a interagire con il pubblico.
“Sarà vero o calcolato?” chiede qualcuno prima dello spettacolo. È tutto vero.
Carr, infatti, ama scherzare con gli spettatori: li adocchia in mezzo alla platea e li prende in giro per qualcosa che li contraddistingue, come per esempio l’età avanzata che li rende possibili vittime del Covid con il destino segnato dalla morte dovuta al virus, ma che, sempre data l’età avanzata, lascerebbero posti lavorativi vacanti per le nuove generazioni di ex novax, presenti in sala, ora vaccinati e in cerca di occupazione. In altri casi prende in giro giovani che indossano bandane come se fossero rockettari, ma che invece hanno un aspetto ridicolo: “Ah, non sapevo ci fossero i Gun’s and Roses stasera nel pubblico” scherza il comico.
Jimmy Carr fa domande scomode, ma ottiene risposte dal pubblico che sta al gioco, crea collegamenti fra le persone: “F***a, sei lesbica. La nostra amica *** è single e non vuole uomini, puoi provarci con lei”. E va avanti così, divertendo il pubblico.
Jimmy Carr tratta temi scottanti. I temi della nostra vita. Dai movimenti LGBTQ+, al movimento MeToo, al Covid, alla pedofilia, al Cristianesimo (“L’Islam no perché loro poi mi fanno esplodere con le bombe. I cristiani al massimo cosa fanno? Vengono a suonare alla mia porta cantando canzoncine e chiedendomi di pentirmi. Sai che minaccia. Se non vogliono che scherzi su di loro dovrebbero minacciarmi con le bombe anche loro.”)
Parla di sesso e del consenso sessuale – istruendo dal vivo, con un corso super accelerato su cosa sia il consenso, un giovane diciannovenne accompagnato allo spettacolo dalla madre – ma parla anche dell’essere genitori, della sua neo paternità e della differenza che esiste fra essere madre e padre.
Arriva poi al suo momento preferito dello show: la lettura dei messaggi inviatigli prima dell’inizio dello show. E anche qui, tra auguri di compleanno, rivelazioni di vario genere, barzellette sconce e richieste strane, si ride, ma ora con l’amarezza e la consapevolezza che tutto stia per finire.
Jimmy Carr regala una serata per ridere e riflettere
Jimmy Carr e il suo Terribly Funny creano una bolla scoppiettante (quasi due ore di puro intrattenimento) all’interno di una community di appartenenza. Unisce e provoca, fa riflettere e commuovere e poi torna alla carica con la sua ironia pungente, aspra e dolce come una granita al limone. Fa venire voglia di averne di più e di non lasciarlo andare. E si merita una standing ovation quando saluta, ringrazia ed esce dalle quinte.
Ma si sa che le cose belle devono finire e così si esce dal teatro con un accoramento agrodolce, ma più leggeri e felici di essersi fatti una sana e grossa risata durata due ore.
Ovviamente senza preconcetti e ottusità. Ovviamente in inglese.
Recensione di Teresa Gallo