Occhi blu. Il polar d’atmosfera, esordio alla regia di Michela Cescon

Occhi blu, con protagonista Valeria Golino, è l’esordio alla regia di Michela Cescon, grande attrice di cinema e di teatro, e protagonista tra gli altri di Primo amore, che favorì la carriera di Matteo Garrone nel 2004. Il cast comprende Jean-Hugues Anglade, Ivano De Matteo, Matteo Olivetti, Ludovica Skofic. Distribuito nelle sale da I Wonder Pictures, ha una durata di 86 minuti.
Questo film è d’atmosfera, molto è lasciato all’immaginazione dello spettatore. Ammiriamo anche le riprese sul Colosseo, sulla Piramide Cestia, sul lungotevere Testaccio che è l’anima popolare di Roma e i muraglioni del Tevere. La regista ci dona immagini insolite della Roma capitale e non le solite patinate da cartolina. Un interessante esordio alla regia, un film da vedere.
Occhi blu è un thriller notturno, un polar francese. Dalle prime immagini lo spettatore esplora una Roma vuota nei luoghi di snodo, e nel buio della notte una moto corre velocissima nelle direttrici urbane di tangenziali, treni e tram sfrecciano nei loro percorsi. Le immagini ci mostrano poi un commissariato buio e spoglio, che esamina mappe al neon.
Il commissario Murena (Ivano De Matteo) manda via i suoi collaboratori, quando giunge il suo amico e collega francese (Jean-Hugues Anglade), da lui chiamato per risolvere un fastidioso problema. <Da Parigi a Roma, tanto le grandi città sono tutte uguali e ci si incontra sempre> esordisce il francese.
Il problema del nostro commissario è un motociclista che si aggira invisibile tra le strade di Roma, rapinando banche e beffando la polizia che non riesce mai a catturarlo. Questo rapinatore ha compiuto 33 rapine in tre mesi e ha accumulato molto denaro in contanti. Compie furti in banche, gioiellerie, e in qualsiasi attività, fuggendo poi in sella ad uno scooter, che cambia ad ogni rapina compiuta, addentrandosi tra i vicoli e il traffico.
Il francese, ex poliziotto, è celebre per la sua astuzia e grande intuizione. Si interessa al caso, ma il suo vero obiettivo è di congiungersi alla moglie, dalla quale si è allontanato dopo la morte della figlia, investita da un pirata della strada in moto. L’ex commissario torna a Roma ogni anno, in occasione dell’anniversario della morte di sua figlia, l’unico caso che non ha ancora risolto.
La moglie non accetta più rimandi. Il francese inizia le sue indagini con il desiderio di vendetta e scopre che lo sfuggente rapinatore è in realtà Valeria, la quale celandosi nelle vesti di una modesta impiegata statale, appare insospettabile e ne trae tutti i benefici. Tuttavia, le sue curiose abitudini, la macchina d’epoca che adora, la sua sessualità divertita, la rendono particolare e il francese la nota.
Si mette sulle sue tracce finché riesce a trattare con lei, risolvendo il problema dell’amico e vendicando la morte di sua figlia. In una Roma notturna, con un racconto che privilegia lo spazio in cui i personaggi appaiono romantici e tristi e ci sono pochi dialoghi e molti sguardi, le note di Paolo Fresu e Luigi Piovano ammaliano lo spettatore.
Negli interni, Michela Cescon filma le scale a chiocciola – come i noti maestri del thriller –.
I suoi personaggi soffrono di solitudine, sono rancorosi e incapaci di perdonarsi. Occhi blu racconta suggestioni, ha la fotografia sofisticata di Matteo Cocco e si affida al Cinemascope. Gli occhi blu sono quelli di Valeria Golino, scoperta quando aveva 18 anni dalla regista Lina Wertmuller che la volle nel film Scherzo del destino in agguato dietro l’angolo come un brigante da strada (1983) e da allora proseguendo nella carriera cinematografica ha ottenuto 3 David di Donatello, 4 Nastri d’argento, 3 Globi d’oro e 3 Ciak d’oro.
Il film Occhi blu è stato inserito nel programma de La Milanesiana 2022, – programma iniziato il 4 giugno e che prosegue fino al 3 agosto – film proiettato domenica 19 giugno 2022, al cinema Mexico di Milano. Presenti la regista Michela Cescon, Luigi Piovano (in concerto con il suo violoncello), Matteo Cocco (direttore della fotografia). A tutti è stata consegnata la Rosa, simbolo de La Milanesiana.
Recensione di Judith Maffeis Sala