Fluidofiume al Palladium di Roma per i 100 anni dell’Ulisse di Joyce

Fluidofiume al Palladium di Roma per i 100 anni dell’Ulisse di Joyce
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In occasione del centenario dell’opera Ulisse di James Joyce, nel giorno del Bloomsday, la commemorazione che si tiene annualmente il 16 giugno a Dublino e in altre parti del mondo per celebrare lo scrittore irlandese, il Teatro Palladium ospita in prima assoluta FLUIDOFIUME – “Non si sa mai di chi si masticano i pensieri”, spettacolo di Enrico Frattaroli in scena il 16 e 17 giugno alle ore 21, liberamente tratto dal celebre romanzo e dalle opere  Anna Livia Plurabella (da Finnegans Wake) e Giacomo Joyce.

FLUIDOFIUME è un’opera storica – teatrale, poetica e musicale insieme – che ha attraversato tutta l’ attività autoriale e registica di Enrico Frattaroli fin dal 1984, emergendo  in molteplici edizioni: teatrali, radiofoniche, televisive. La nuova declinazione – Non si sa mai di chi si masticano i  pensieri – che include i brani tratti da Giacomo Joyce e rielabora la forma  di alcuni contenuti,  sarà interpretata dalla compagnia storica che lo ha sempre interpretato: Franco Mazzi (Leopold Bloom), Mirella Mazzeranghi e Carlotta Caimi (Molly Bloom/ALP), Galliano Mariani (Stephen Dedalus), Patrizia Polia (soprano), Diego Procoli (pianoforte).

Non si sa mai di chi si masticano i pensieri riprende e coglie FLUIDOFIUME nell’avvicinarsi al suo delta, con i sedimenti di quanto ha portato con sé, di edizione in edizione, di corso in ricorso, da Ulisse ad Anna Livia Plurabella, a Giacomo Joyce, fino a se stesso.

Nel suo fluire lo spettacolo “mastica i pensieri” di tutti i personaggi evocati, quelli di Bloom, di Stephen, di Molly, il chiacchiericcio di Anna Livia Plurabella, i nodi “epifanici” di Giacomo Joyce, e fa del manoscritto di quest’ultimo il suo cosmo, con le sue orbite, le sue galassie, le sue visive costellazioni di scrittura.

In questo discreto, discontinuo fluire, Bloom può dare voce a  Giacomo Joyce; Anna Livia mescolare i lemmi del proprio scivolare verso il sonno con le parole crepuscolari di Bloom; Molly e Leopold rievocare il loro primo amplesso sul promontorio di Howth a distanza di centinaia di pagine e da speculari punti di vista; Stephen irrompere con le acque venefiche dei suoi rimorsi per la morte della madre nei plumbei flutti del Mar Morto immaginato da Bloom.

Presentazione

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