Hamletmachine di Müller per la regia di Sivori al Piccolo Bellini di Napoli

Hamletmachine di Müller per la regia di Sivori al Piccolo Bellini di Napoli
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Dal 9 al 21 novembre, sarà in scena HAMLETMACHINE di Heiner Müller al Teatro Bellini di Napoli, traduzione Saverio Vertone, con Rino Di Martino, scene Lucia Imperato, costumi Chiara Aversano, luci Salvatore Palladino, video Marco Schiavoni, trucco Vincenzo Cucchiara per la regia Sergio Sivori. Produzione Fondazione Teatro di Napoli – Teatro Bellini.

«Notai dei parallelismi fra la situazione in Amleto e quello che era successo a Budapest. Immaginate il figlio di Lazlo Rajik, la più importante vittima della caccia alle streghe stalinista. Rajik era uno stalinista, ministro dell’interno, e dunque responsabile del terrore. Fu scelto come capro espiatorio. Immaginate la situazione del figlio di Rajik nel 1956, quando anni dopo l’esecuzione di suo padre in quanto spia e agente segreto, il padre fu improvvisamente riabilitato come comunista. Questa era la situazione del figlio di un uomo potente che aveva servito un sistema che è anche sospettoso. Ecco che abbiamo una situazione simile a quella di Amleto […] che è una situazione shakespeariana. Un uomo che è stato giustiziato ingiustamente, anche se, in realtà, era un assassino, viene riesumato e gli viene fatto un nuovo funerale, al quale partecipano duecentomila persone. Avesse saputo che gli stavano dimostrando il loro sostegno, li avrebbe abbattuti. Questo è Shakespeare».

Heiner Müller, 1998

Hamletmachine diventa, nell’adattamento teatrale di Sergio Sivori, uno sconcertante e sadico gioco teatrale, capace di indagare fino in fondo, con crudo cinismo filosofico, l’anatomia delle passioni umane. Il testo di Müller è ispirato all’opera di William Shakespeare.

La ricerca teatrale di Sergio Sivori, pur non perdendo di vista questi illustri antenati, è in grado di offrire nuovi spunti di riflessione, che prendono vita nella visione del singolo spettatore. La drammaturgia mulleriana, pur conservando tutta la forza verbale di cui è carica, funziona da pretesto per un tipo di ricerca che, trascendendo il testo, si arricchisce di una rilevante componente fisica, che, passando attraverso il corpo dell’attore/attuante, è in grado di risvegliare nuove associazioni e molteplici significati nello spettatore.

Il gioco teatrale si rende speculazione filosofica, e indaga il mistero indecifrabile dell’animo umano e delle sue passioni, pedine instabili nella partita a scacchi tra le pulsioni di vita e quelle di morte. Il tempo acquista una dimensione di immobilità ristagnante, per conferire al patos una dilatazione spasmodica. Lo spessore filosofico di Müller è magistralmente reso per mezzo del continuo e sapiente scambio di ruoli.

L’opera è composta da un atto unico, in cui si possono distinguere cinque quadri dettati dal sottile e continuo gioco di inversione di ruoli. Il corpo e l’anima sembrano avere in “Hamletmachine” una medesima componente materica, esposta alla corruzione del tempo e del peccato. L’anima è qui destinata alla stessa putrefazione della carne, senza possibilità di redenzione.

Lo spettatore, davanti alla visione di quest’opera, è abbandonato a sé stesso e deve potersi immergere nel vortice tormentato del ritmo e delle azioni fisiche, per individuare il proprio personale significato, che, trascendendo l’opera, ne arricchirà il senso.

NOTE DI REGIA

Con un procedere serrato, in cui il movimento del linguaggio sembra seguire quello di un pendolo che scandisce il tempo, che è l’unico compagno-antagonista del “condannato”, le parole sono “purgate” in favore di una lingua incisiva con intrusioni dialettali e neologismi, tutti volti a scalfire una certa “osticità” dell’originale.

La regia è fondata sulla contaminazione di linguaggi (suono, azioni fisiche, canto…), di strumenti ed effetti (ombre, luci, rumori) che costruiscono in crescendo quella tensione che culmina con la gelida interruzione di ogni emozione…

Uno spettacolo dolorosamente coinvolgente, che non permette mai al pubblico di sentirsi al sicuro, soffiandogli continuamente sul collo… nessuno può ritenersi estraneo alla bestialità del popolo smaniante.

A meno di capire, e per capire bisogna sentire fortemente. Questo è il tentativo di Hamletmachine

Presentazione

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