FRANCA VALERI, i primi 100 anni della signorina snob politicamente scorretta

FRANCA VALERI compie 100 anni il 31 luglio 2020. Lei stessa afferma che i compleanni sono un’opinione e che non li ha mai festeggiati, ma è felice e apprezza, definendo il più bel regalo di compleanno, il volume Tutte le commedie che raccoglie per la prima volta la dozzina di testi scritti per la scena, più alcuni sketch (La Nave di Teseo, 668 pagine, 22 euro. Prefazione di Lella Costa, postfazione di Patrizia Zappa Mulas).
Attrice, conduttrice televisiva, scrittrice italiana di teatro e di cinema, il nome d’arte Franca Valeri è un omaggio al poeta francese Paul Valery.
All’anagrafe, Alma Franca Maria Norsa nasce come secondogenita di una famiglia borghese milanese da Luigi Norsa e Cecilia Valagotti. Fin da bambina frequenta il teatro di prosa e si appassiona al teatro operistico musicale; all’età di sei anni assiste all’opera lirica Il Trovatore al Teatro alla Scala, arte che diverrà una delle passioni espresse nella sua esistenza.
Trascorre l’infanzia tra Milano, durante l’inverno, e Riccione, Venezia e la Svizzera, nelle vacanze estive. Il padre Luigi Norsa è ebreo, ingegnere, la madre è cattolica e nel 1938, le leggi razziali privano gli ebrei dei diritti fondamentali. Il padre e il fratello si rifugiano in Svizzera, la madre e Franca rimangono a Milano e Franca sopravvive alle deportazioni grazie ad un impiegato dell’anagrafe, che le rilascia una carta d’identità corrispondente alla figlia illegittima di Cecilia Pernetta di Pavia.
Franca Valeri inizia recitando delle caricature, già prima della guerra, con alcune amiche. E’ l’embrione del personaggio “signorina snob”, così definito poi dalla radio: “Cesira, la manicure”, comportamento ipocrita della borghesia milanese, la “signora Cecioni”, romana popolana sempre al telefono con mammà.

Dopo gli orrori della seconda guerra mondiale, Franca si dedica al teatro. Fondamentale è l’esperienza del Teatro Arlecchino a Roma, dove lavora con altri giovani artisti. Esordisce in un lavoro teatrale nel 1947, interpretando Lea Lebowitz, un’ebrea innamorata del rabbino. Successivamente, nel 1949, al Teatro dei Gobbi, insieme a Alberto Bonucci e Vittorio Caprioli, inaugura un tipo di spettacolo ancora sconosciuto in Italia, fatto di sketch brevissimi, dialoghi fulminanti, battute a raffica, ritmo frenetico, mimica ed espressività corporea, con lo sfondo un semplice fondale, invece delle elaborate scenografie. Lo spettacolo si trasferisce poi a Parigi, portando in scena i Carnet de notes n.1 (1949) e Carnet de notes n.2 (1950). Sketch satirici sulla società contemporanea. Gli attori si presentano al naturale, il personaggio è un’invenzione del momento. Nel 1950, Colette Rosselli e Indro Montanelli, amici di Franca Valeri, assistono allo spettacolo Carnet de notes n.2 e sostengono lo spettacolo. Nasce così la collaborazione tra la Valeri che scrive il testo e la Rosselli che esegue le illustrazioni ad ogni pagina, e realizzano il libro Il diario della signorina snob, pubblicato da Mondadori nel 1951.
Durante gli anni cinquanta, Franca Valeri intraprende l’attività di attrice cinematografica: Luci del varietà, codiretto da Federico Fellini e Alberto Lattuada, è il primo film al quale prende parte. Seguono una lunga serie di commedie, spesso con Alberto Sordi o con Totò, tra cui, Totò a colori (1952), Piccola posta (1955), Il segno di Venere (1955), Il bigamo (1956), Arrangiatevi (1959), Il vedovo (1959).
È Il segno di Venere di Dino Risi ad evidenziare il genio peculiare di Franca Valeri che è Cesira, cugina dell’avvenente Agnese (Sophia Loren). Le due ragazze vivono a Roma con il papà di Agnese (Peppino De Filippo) e con una zia (Tina Pica). Nascono situazioni imbarazzanti e grottesche, grazie all’interpretazione dei personaggi maschili, molto caratterizzati, Vittorio De Sica (poeta truffatore), Raf Vallone (onesto vigile del fuoco), Alberto Sordi (faccendiere che vive d’espedienti).
Franca Valeri negli anni sessanta continua interpretando grandi film: Leoni al sole (1961), diretto da Vittorio Caprioli, allora suo compagno, interpretato da Caprioli stesso insieme a Carlo Giuffré e Philippe Leroy. Il tema è il cameratismo maschile, l’impietoso trascorrere del tempo e, coraggioso per quel periodo, il problema dell’impotenza. In Parigi o cara del 1962, Franca interpreta Delia, una donna eccentrica, vanitosa che vedrà crollare tutti i suoi sogni, costretta a vivere nella squallida periferia. Il film affronta anche l’omosessualità, ancora tabù in quegli anni, nel personaggio del fratello di Delia (interpretato da Fiorenzo Fiorentini).
Franca è in coppia con Alberto Sordi in sette film. Risultano perfetti nel film Il vedovo e nell’occasione Franca distilla la storica battuta/soprannome Cretinetti.

Nel 1970 vanno in onda alla Rai quattro atti unici commissionati a Franca Valeri: La cosidetta fidanzata, La cocca rapita, L’intervista e La Ferrarina – Taverna. Quest’ultimo è considerato dai critici uno dei testi più belli dell’attrice-autrice e il testo è pubblicato nel 2020. E’ una commedia nera che si sviluppa in un crescendo di tensione e comicità. Un uomo e una donna in palese crisi di coppia vengono inondati dalla logorroica ostessa – interpretata da Franca Valeri – che rappresenta l’egoismo e l’insensibilità dei molti tronfi di sé, incapaci di percepire la realtà.
Ricordiamo che Franca Valeri ha pubblicato: Animali e altri attori, 2005, Non è tutto risolto, 2011, L’educazione delle fanciulle – con Luciana Littizzetto-2011, Le donne, 2012, Bugiarda no, reticente, 2012, Il cambio dei cavalli–Collezione di teatro, 2014, La vacanza dei superstiti (e la chiamano vecchiaia) 2016, La stanza dei gatti-Una chiacchierata con il teatro, 2017, Il secolo della noia, 2019. Vanta anche numerose incisioni, cinque album, principalmente delle voci dei personaggi femminili interpretati e nel 2003 con il rapper Frankie Hi Nrg nell’album Ero un autarchi.
Negli anni settanta Franca Valeri riduce le sue interpretazioni nei film, pur d’interesse per il pubblico e la critica. Sono l’ultimo contributo alla commedia all’italiana: Basta guardarla di Luciano Salce (1970), Ettore lo fusto (1972), Ultimo tango a Zagarol (1973), La signora gioca bene a scopa (1974), in cui Valeri interpreta l’equivalente che nel film di Bertolucci è il giovane Jean-Pierre Léaud. Uno dei suoi ultimi ruoli al cinema è quello della contessa nel film del 1983 Paulo Roberto Cotequinho, centravanti di sfondamento, diretto da Nando Cicero.
Franca Valeri ha compreso che il potere della televisione è in crescendo e vi si dedica. Aveva debuttato nel 1956 con Idillio Villereccio di G.B.Shaw, diretta da A.Falqui in coppia con Caprioli. Nel 1957 Valeri e Nilla Pizzi conducono un salotto televisivo con La Regina e io.
Nel 1968 Franca Valeri ritorna al teatro in TV con Felicita Colombo, commedia brillante di G.Adami. Durante gli anni settanta si dedica agli sceneggiati televisivi della RAI. Nel 1974 scrive e interpreta la miniserie in quattro puntate Sì, vendetta…diretta da Mario Ferreri. Ogni episodio affronta un argomento diverso attraverso personaggi femminili. Sempre nel 1974, prende parte allo sceneggiato Nel mondo di Alice, diretta da Guido Stagnaro e interpretato da Milena Vukotic (Alice). Il 2 giugno 1978, alle ore 21,15, su Rete 2 viene mandato in onda lo speciale “Bistecca, insalatina” del programma di Claudio Barbati e Francesco Bortolini, Videosera. Franca Valeri fa da conduttrice intervistando vari personaggi celebri sul tema dell’alimentazione e delle diete dimagranti. Nel 1982 è ancora in TV nel varietà di Enzo Trapani Due di tutto.
Nel 1993, dopo un’assenza di dieci anni, riappare in TV partecipando alla trasmissione Magazine 3, in onda su RAI 3. Nel 1995 partecipa alla sit-com Norma e Felice, accanto a Gino Bramieri. Accanto a Nino Manfredi nel 1999 è Olga in alcuni episodi di Linda e il brigadiere. Nello stesso anno ritorna al varietà partecipando a La posta del cuore, in cui impersona ancora la Sora Cecioni. Nel 2003 recita in La vedova Socrate riproposto ultimamente, come omaggio, a Valeri da Lella Costa. Interpreta il film Tosca e le altre due.

Franca Valeri, vita privata
Franca Valeri sposa nel 1960 Vittorio Caprioli, suo coetaneo, attore e regista, fondano insieme il Teatro dei Gobbi. Successivamente per dieci anni è legata a Maurizio Rinaldi, direttore d’orchestra, scomparso nel 1995, col quale dà vita al Premio intitolato al baritomo Mattia Battistini. Franca e Maurizio adottano Stefania Bonfaldelli, cantante lirica, nata nel 1967, e mamma di Lavinia che considera la Valeri nonna. Insegnante di canto e soprano di fama internazionale, Stefania è originaria di Valeggio sul Mincio. La Valeri risiede a Trevigiano Romano, sul lago di Bracciano; lei e Stefania gestiscono un rifugio per cani. L’attrice ha creato l’Associazione Franca Valeri onlus Pro assistenza animali abbandonati.
Di Judith Maffeis Sala