Il CINEMA RUSSO. Dallo Zar alla Rivoluzione Bolscevica

Il CINEMA RUSSO al tempo degli Zar. Il cinema nasce in Francia a fine ‘800 e si diffonde come nuovo media sia di intrattenimento che di propaganda in tutto il mondo occidentalizzato e imperialista. La Russia degli Zar occupa in questo periodo un vastissimo territorio dove regna incontrastata la monarchia assoluta dei Romanov. La Russia espande i propri confini limitrofi, ad esempio in Cecenia, e avvia un processo di russificazione delle popolazioni sconfitte che vengono annesse al grande impero.
Il cinema che si diffonde in Russia in questi anni ha principalmente lo scopo di mantenere l’ordine sociale di un impero che nel 1918 diventerà una grande nazione comunista, con la rivoluzione bolscevica. Il governo e l’alta burocrazia zarista mantengono però nei confronti del cinema un atteggiamento di disprezzo, e spesso il cinema viene utilizzato solo a scopo documentaristico, sottovalutando il nuovo potere mediatico.
Da menzionare è Il rivoluzionario di Evgenij F. Bauer (fra i primi film che hanno per soggetto la rivoluzione russa). Può essere definito come antizarista e antibolscevico, a favore di Aleksandr Fedorovic Kerenskij, capo di un governo democratico e borghese, prima dell’egemonia bolscevica.
La Russia degli Zar
A differenza degli altri paesi occidentali tesi al progresso, all’estensione di diritti democratici e all’industrializzazione, la Russia degli Zar si mantiene come un territorio principalmente contadino e arretrato con poche libertà e diritti. La ricchezza è divisa tra pochi nobili. I contadini sono ridotti a dipendenti dell’impero che è il proprietario delle terre. Nei pochi centri industrializzati gli operai sono costretti a condizioni di lavoro molto pesanti. Anche la borghesia è in una situazione di immobilismo per la mancanza di riforme.
A causa del malcontento crescente tra la popolazione, che sfocia in una grande protesta pacifica nel 1905 a cui lo Zar risponde caricando il popolo, si vengono a formare i primi soviet, assemblee di delegati operai. Sono soldati e contadini che decidono le forme di lotta e le forme di autogoverno, nelle zone in cui hanno il controllo della situazione.

Lo Zar Nicola II II decide quindi di concedere una Costituzione con l’elezione di un Parlamento la Duma che scioglierà in seguito riportando nuovamente una monarchia assoluta. Situazione che porterà alla rivoluzione bolscevica del 1917 e alla nascita dell’Unione Sovietica fondata sui principi del marxismo e del comunismo.
La nascita del cinema russo
Nel 1896, il cinema muto dei Fratelli Lumière fa il suo ingresso a Mosca, capitale dell’Impero russo con le Zivye Kartiny (Quadri viventi), inaugurando la stagione estiva a San Pietroburgo. L’esperimento cinematografico viene visto successivamente anche da alcuni artisti e intellettuali russi tra cui Maksim Gor′kij. Pur capendone l’importanza mediatica, la nuova invenzione viene sottovalutata anche dagli intellettuali russi.
Nel 1896 si ha il primo filmato della carskaja chronika (cronaca zarista), una serie di documenti filmati dell’epoca. Si tratta delle prime riprese cinematografiche che hanno come soggetto l’incoronazione di Nicola II, ultimo zar di Russia grazie a Louis Lumière, che vende il documentario. Lo stesso anno viene ripresa sulla piana di Chodynka, vicino Mosca, anche la cerimonia della presentazione dello Zar al popolo. A causa delle strutture obsolete utilizzate durante l’evento, 1.400 persone muoiono schiacciate. Lo Zar però non sospende i festeggiamenti nonostante la tragedia. La macchina da presa e le registrazioni vengono sequestrate dalla polizia e mai più restituite.
Il monopolio straniero del Cinema Russo
Il decollo della cinematografia russa viene ritardato anche dal monopolio delle apparecchiature dei Lumière, mentre il mercato cinematografico è controllato da ditte straniere. Il 26 maggio 1896, l’inglese Robert W. Paul presenta a Pietroburgo il suo Animatograph. L’americano Thomas Edison presenta invece il 7 giugno a Mosca lo spettacolo Kinetophon, replicato a Pietroburgo dove assistono importanti critici e musicisti entusiati: “Nuova straordinaria invenzione di quel genio di Edison, impensabile prima del nostro secolo“.

In questo periodo il cinema è ancora un’attrazione da fiera, in localini nei centri urbani, in mano a compagnie francesi con un programma di pellicole di cronaca, brevi documentari, di folklore russo e talvolta comiche. Nel 1897 i Lumière cominciano a diffondere la proiezione delle panoramiques: spettacolari e nitidissime riprese, eseguite dall’operatore Alexandre Promio (pioniere del cinema) di panorami urbani e naturali in movimento (carrellate e panoramiche).
Uno spettacolo cinematografico dalla durata di circa un’ora è costituto da documentari di cronaca, di costume e di carattere scientifico, comiche, melodrammi, film gialli e d’avventure, esibizioni da circo, produzioni tratte dal repertorio degli illusionisti.
Nel 1907 la Pathé Frerès produce i documentari: La terza DUMA di Stato (102 metri), La Rivista delle Truppe al Palazzo d’Inverno (172 metri) e la Rivista delle Selo Truppe a Carskoe (98 metri), girati dal fotografo personale dello Zar Nicola II, Aleksandr Karlovic Jagel’skij (1866-1916) contitolare dello Studio Fotografico K.E. von Hahn e K., oltre alla Solenne Processione religiosa a Kiev il 15 luglio 1907. In questo anno, riscuote successo il documentario I cosacchi del Don, che mostra le esercitazioni di un reggimento cosacco.
Il cinema di Drankov e Chanžonkov
La prima società cinematografica russa viene fondata nel 1907 da Aleksandr Drankov, giornalista e fotografo visionario. È il primo imprenditore russo di documentari e di film. Produce 17 documentari e gira, l’anno successivo, L’ottantesimo compleanno del conte L.N. Tolstoj. Sono rarissime immagini del grande scrittore russo.

Grazie a Drankon il cinema ha grande successo sia tra la aristocrazia che tra il popolo russo favorendone una rapida espansione e smorzando il monopolio straniero I muti prodotti sono melodrammatici, la recitazione è fatta di lunghissime pause, il ritmo molto lento. Viene dato grande risalto alla psicologia e alle capacità recitative di stampo teatrale. Altri film sono tratti da opere delle letteratura russa, secondo la moda del film d’arte europeo.
Nel 1908 la libertà concorrenziale del cinema russo pre rivoluzione favorisce l’affermazione di un altro protagonista della cinematografia Aleksandr A. Chanžonkov, che ottiene l’esclusiva distribuzione dei prodotti di Le Film d’art, e diffonde in Russia un cinema a soggetto con anche l’adattamento di opere letterarie. Chanžonkov si specializza infatti nella cinematografia di classici russi, di favole popolari, di canzoni e di romanze.

Sten’ka Razin
Drankov risponde al concorrente con la produzione del primo film interamente russo della cinematografia nazionale prerivoluzionaria, Sten′ka Razin (1908). Il muto è diretto dall’attore di teatro Vladimir Romaskov e sceneggiato da Vasilij Goncarov con una canzone molto popolare in Russia Iz-za ostrova na strezen (da dietro l’isola sul fiume). Il film (224 metri) della durata di dieci minuti è un racconto ad episodi della vita di Sten’ka Razin (1630-1671), un militare rivoluzionario russo, appartenente alla comunità dei cosacchi del Volga. Razin nel 1670 aveva promosso la rivolta contro lo Zar Aleksej I Romanov, ma viene ucciso brutalmente dai soldati dello Zar.
Gli attori recitano ballate e poesie, come fossero su un palcoscenico, a difesa dei deboli e degli oppressi. I personaggi compongono quadri viventi, si esibiscono in balletti. Non esiste ancora una trama. Il regista direttore del teatro Casa del popolo di Pietroburgo, ambienta la vicenda completamente in esterni e affida la recitazione agli attori del suo teatro. Il martire cosacco diventerà un vero eroe celebrato, dopo la rivoluzione bolscevica.

Sten’ka Razin ottiene molto successo, ma non i successivi filmati di Drankov: L’attendente zelante, Il matrimonio di Krecinskij e altri ancora. Drankov, con altri imprenditori, presenta poi nel 1911 la prima attualità settimanale russa, l’Obozrenie sobytij (Rassegna degli avvenimenti), concorrente del francese già affermato Pathé Journal.
La diffusione delle case produttrici russe
Grazie a questo film si vengono a creare nuove case produttrici concorrenti come Thiemann & Reinhardt, Gloria, Ermol′ev che segnano una pagina fondamentale della storia del cinema mondiale. Sono diversi i generi prodotti: film in costume, spesso ispirato alle gesta di eroi storici o leggendari della storia patria, grandi classici della letteratura, la cineattualità e il film scientifico-divulgativo.
Il popolo spesso analfabeta, grazie al cinema conosce così le opere di grandi autori come: A.S. Puškin, N.V. Gogol′, L.N. Tolstoj, H. de Balzac, Ch. Dickens, A.N. Ostrovskij, M.I. Lermontov, A.P. Čechov.
Gli anni Dieci e il cinema russo
Durante gli anni Dieci anche grandi attori teatrali interpretano diversi ruoli al cinema favorendone il prestigio. Si tratta di brevi filmati con poche scene, partendo erroneamente dal presupposto che gli spettatori conoscano l’opera. Anna Karenina di André Maitre dura circa 12 minuti. Nello stesso periodo cresce il numero delle sale cinematografiche nelle città della Russia, e si assiste alla nascita del divismo.
I produttori cercano di ingaggiare attori di teatro come Ekaterina Roscina-Insarova, Vera Pasennaja, Vladimir Davydov, ma questi non gradiscono le caratteristiche recitative che il cinema può utilizzare. Infatti, Davydov che dirige anche corsi per attori di teatro drammatico, afferma: “Non posso mettermi a fare il pagliaccio in opere dove si trovano perfettamente al loro posto i vari Max Linder e simili corifei del mondo cinematografico“.

Nascono così una serie di attori formati appositamente per lo schermo. In seguito, si vengono a creare anche le nuove professioni del soggettista e dello sceneggiatore.
Vladislav A. Starevič
I primi anni Dieci si caratterizzano per il successo di Vladislav A. Starevič che gira i primi film di animazione. È un abile costruttore di figure di plastilina e gomma fine che anima grazie alla cinepresa, girando da solo una serie di film d’animazione famosi pure in Francia, dove si trasferirà dopo la rivoluzione bolscevica.

Tra le sue opere si trova anche un film di propaganda contro l’alcolismo P′janstvo i ego posledstvija (1914, L’alcolismo e le sue conseguenze). Bel′gii Lilija (1915) è uno dei primi esperimenti mondiali di armonizzazione organica di attori e pupazzi. L’opera di avanguardia Mest′ kinematografičeskogo operatora (1912, La vendetta del cineoperatore), è poi un film di animazione di denuncia sugli aspetti scabrosi della cinematografia.
La difesa di Sebastopoli di Gončarov e Chanžonkov
Dal 1911 il cinema russo lavora più sulla qualità dei film che sulla quantità. L’opera più importante è Oborona Sevastopolja (1911, La difesa di Sebastopoli) di Vasilij M. Gončarov e Chanžonkov. Si tratta del primo lungometraggio della storia del cinema mondiale (2000 m di pellicola): una serie di episodi con le fasi essenziali dell’assedio della città (1855) durante la guerra di Crimea.

Nascono anche le prime discussioni sul cinema da parte di scrittori e artisti delle varie discipline, e le prime teorie cinematografiche. Sulla scia del cinema straniero si crea la sceneggiatura cinematografica come vero genere letterario, praticato in Russia da scrittori famosi all’epoca, cosa che porta anche al cambiamento dell’atteggiamento dei registi teatrali nei confronti del cinematografo. Il cinema russo si concentra anche su generi d’ambientazione borghese, accantonando per un po’ il cinema storico.
Lo spettacolo cinematografico in Russia come altrove diventa un’abituale svago serale. Nelle strade delle città come nei villaggi si trovano i cinematografi: “Un’entrata illuminata da lanternine e sulla soglia una folla in attesa“.
La diffusione del cinema tra le masse popolari
Tutte le classi sociali sono incuriosite: intellettuali, operai, commessi, commercianti, signore del gran mondo, modiste. Il cinema rappresenta quindi un mezzo di condizionamento ideologico, così si esprime il letterato Grigorij Ciperovic nel 1912: “Dimenticando completamente che tutto quanto succede davanti ai suoi occhi è finzione e menzogna dal principio alla fine, l’appassionato di cinema assorbe incoscientemente un intero codice dei più diversi pregiudizi sociali, la cui coltivazione e diffusione è molto comoda e utile per le classi dirigenti e rovinosa per il successo della democratizzazione dei rapporti sociali. In questo senso, il cinema è il mezzo propagandistico più convincente, e lo schermo un pulpito dal quale scende, silenziosa ma efficace, la predicazione aristocratico-borghese dell’umiltà per i poveri e della feroce violenza per i ricchi“.
Il dramma psicologico e le avanguardie
In Russia il cinema, sotto l’influenza del teatro e della letteratura realisti, sviluppa anche e in controtendenza il dramma psicologico, l’approfondimento interiore dei personaggi attraverso piani-sequenza dal ritmo lento e carico di tensione drammatica dai finali tragici Ključi sčast′ja (1913, Le chiavi della felicità) è il maggior successo di cassetta, imponendo il rafforzamento delle strategie produttive agli operatori. Nascono i grandi divi come Ivan I. Mozžuchin, Vera Karalli e Vera Cholodnaja, idolatrati dal pubblico.

In questo periodo si diffondono nuove avanguardie, come il primo film futurista, realizzato da Vladimir P. Kas′janov insieme al gruppo dei pittori d’avanguardia David D. Burljuk, Michail F. Larionov e Natalija S. Gončarova, Drama v kabare futuristov n. 13 (Dramma nel cabaret futurista n. 13, 1914). Anche il grande Vladimir V. Majakovskij esordisce come attore e sceneggiatore.
Nel 1913 cade anche l’anno del tricentenario della dinastia dei Romanov e Chanžonkov produce Vocarenie doma Romanovych (1613) (L’avvento al trono della dinastia dei Romanov, 1613), un kolossal in quattro bobine. Drankov gira invece Trechstoletie car′stvovanija doma Romanovych, 1613-1913) (Il tricentenario del regno della dinastia dei Romanov, 1613-1913), che ha meno successo.
La prima guerra mondiale, la rivoluzione e il cinema russo
Nel 1914 la Russia decide di partecipare alla Grande Guerra a fianco di Francia e Inghilterra contro Germania, Austria e Impero Ottomano, per espandere il proprio impero. Per arretratezza politica, industriale e militare, la Russia subisce ripetutamente sconfitte, muoiono moltissimi soldati e con la miseria accrescono le manifestazioni di scontento.
Il culmine avviene nel febbraio 1917 con lo sciopero generale in tutta la Russia. Lo Zar tenta di reprimere la rivolta ma i soldati si rifiutano di sparare sulla folla e Nicola II è costretto ad abdicare e viene poi arrestato. Nel dissolvimento generale, nel luglio del 1917, si mette alla testa del governo provvisorio il socialista Kerenskij (1881-1970) che decide di continuare la guerra contro la Germania, mentre si oppone debolmente ai bolscevichi e al loro programma di rivoluzione totale. I bolscevichi prenderanno poi il potere nell’ottobre del 1918.
Il cinema russo durante la Grande Guerra
La Prima guerra mondiale paradossalmente ha un effetto positivo sul cinema russo grazie al freno dell’importazione di film stranieri e alla chiusura delle frontiere. Situazione che dona un nuovo impulso all’industria nazionale, con centinaia di cinegiornali di guerra prodotti da nuove case di produzione. Dai 23 film del 1913 si arriva ai 500 del 1916, fino ai 250 film prodotti nei primi due mesi del 1917.
S’impone anche il cinedramma psicologico d’ambiente borghese o a sfondo sociale, spesso ricco del misticismo, del vampirismo, dell’erotismo e del sensualismo tipici della letteratura d’appendice di moda. Molti film sono anche di propaganda antitedesca e sciovinista. Si diffondono al contempo alcune famose serie d’avventura e polizieschi.
Si formano i futuri quadri dell’industria cinematografica sovietica come Aleksandr A. Levickij, Evgenij I. Slavinskij, Grigorij M. Lemberg e molti altri e i primi registi-professionisti. Dopo il cinema dei produttori e quello dei divi, si profila un cinema di regia, che ha tra i suoi pionieri Jakov Aleksandrovic Protazanov (La dama di picche, 1916, basato sul racconto omonimo di Puškin), Gardin (al quale si dovrà da lì a poco, nel 1919, la fondazione a Mosca della prima scuola di cinema del mondo, il VGIK). Altri registi di rilievo sono Čardynin (oltre 200 film) e, soprattutto, Evgenij F. Bauer (82 film) il cui capolavoro è Žizn′ za žizn′ (1916, Una vita per la vita).
Bauer è tra i primi registi russi a intuire che la recitazione cinematografica richiede un’espressività profondamente diversa da quella teatrale. Sviluppa la profondità di campo, rivoluziona l’impianto d’illuminazione, introduce il primo piano e la cura del montaggio.

Nel 1916 si contano in Russia più di 30 case di produzione. Gli artisti d’avanguardia, molto interessati al cinema, non possono influenzare questa produzione, interamente controllata a logiche di profitto e a livello governativo.
Lenin e il cinema russo fino alla nazionalizzazione del cinema sovietico
I bolscevichi sono guidati da Vladimir Ilic’ Ulianov detto Lenin (1870-1924), tornato dall’esilio svizzero con l’intera classe dirigente del partito. Lenin prende il potere nell’ottobre del 1917 con un colpo di stato e getta le basi dell’egemonia comunista promettendo al popolo pace e terra (seconda rivoluzione russa). Il primo Capo di Stato a puntare esplicitamente sul valore divulgativo del cinema è proprio Lenin che utilizza il nuovo media sin dal 1918 come diffusione tra le masse delle parole d’ordine del comunismo dei soviet.
Il cinema borghese sopravvive ancora per qualche anno, fino all’agosto del 1919, quando Lenin emana il decreto di nazionalizzazione del cinema sovietico.
Di Lucilla Continenza e Judith Maffeis Sala
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