OSCAR 2020. PARASITE fa il bottino. Oscar a Phoenix, Zellweger, Pitt e 1917

OSCAR 2020. Miglior film, Miglior film internazionale, Miglior regia, miglior sceneggiatura originale, Parasite il film del regista sud-coreano Bong Joon-Ho è stato premiato anche come miglior film internazionale. Quattro premi su sei nomination. Insomma il regista coreano fa il bottino, caso unico nella storia degli Oscar americani, essendo un film straniero, in concorso.

Bong Joon-ho (1969) si è posto all’attenzione della critica coreana e internazionale già nel 2003 con il film Memories of murder (un giallo su una storia realmente accaduta) che ottenne grande successo di pubblico e vinse diversi premi in tutto il mondo. Ricordiamo anche un suo film animalista Okja, dove la protagonista salva un maiale dal macello e lo accoglie in casa come animale domestico. Nei prossimi giorni è in uscita in Italia, il suo nuovo e attesissimo lungo: Memorie di un assassino. Per Parasite, Joon-ho si è aggiudicato anche la Palma d’Oro a Cannes nel 2019.
Parasite
Parasite, scritto e diretto dallo stesso Joon-ho, racconta l’eterno conflitto tra differenti classi socio-economiche. E’ un’opera di grande cinema tecnicamente ed esteticamente. Nella pellicola c’è anche un pezzo d’Italia: le note di In ginocchio da te di Gianni Morandi. Il primo Oscar allo script di Joon-ho giunge all’inizio della cerimonia, poi l’esplosione dei premi nell’ultima mezz’ora. Quando ritira la statuetta come miglior regista superando Scorsese, Tarantino, Mendes e Todd Phillips, Joon-ho si inchina e dichiara: “Quando studiavo cinema ciò che più mi è rimasto nel cuore è la frase “più si è personali, più si è creativi”, l’ha detta Scorsese mio maestro“. È un gesto pubblico di gratitudine molto significativo, vista la carenza di umiltà che spesso brulica nel mondo dello spettacolo
Oscar 2020 anche a Phoenix, Zelleweger, Pitt e Mendes
A Joaquin Phoenix è andato l’Oscar 2020 come miglior attore protagonista per la sua strepitosa interpretazione in Joker. Joker vince anche per la straordinaria colonna sonora dell’islandese Hildur Guonadottir. Phoenix sottolinea: “ll dono più grande è l’opportunità di dare la nostra voce a chi non ha voce. Parliamo di diritti dove una specie non deve dominarne un’altra impunemente. Nella mia vita sono stato egoista, cattivo e crudele, ma la cosa più importante è darsi una seconda opportunità“.

Zellweger, Pitt, 1917 di Mendes e American Factory
Renèe Zellweger ha vinto l’Oscar come migliore attrice protagonista interpretando Judy Garland in Judy di Rupert Goold. L’attrice texana è al suo secondo Oscar, il primo le è stato assegnato per Ritorno a Cold Outain. Ringrazia le colleghe in gara, i genitori presenti (papà svizzero e mamma lappone) e tanti altri. Precisa:”Sono orgogliosa di aver potuto celebrare Judy Garland, lei non ha ricevuto questo onore che è un’estensione della sua eredità“.

All’età di 56 anni, Brad Pitt riceve il suo primo Oscar come attore (ne aveva già vinto uno nel 2014 per aver prodotto 12 anni schiavo) e ripercorre la sua carriera ringraziando soprattutto Leonardo di Caprio, Tarantino e dedicando il prestigioso premio ai figli. Alla serata degli Oscar 2020 si è presentato accompagnato dalla madre, cosa che fa aumentare le chiacchiere su un suo ritorno di fiamma con la ex moglie Jennifer Aniston.

1917, il film di guerra di Sam Mendes che era il super favorito, ha vinto tre premi Oscar: Miglior sonoro, Mgliore fotografia, Migliori effetti speciali. Quando è stato premiato infine American Factory come miglior documentario, Julia Rieichert, co-regista insieme a Steven Bognar ha affermato: “La vita è sempre più dura e potrà migliorare solo quando i lavoratori di tutto il mondo si uniranno“.

Si tratta a mio parere di premi meritati. L’unico dispiacere è il mancato premio come attore non protagonista a Anthony Hopkins, perfetto Papa Ratzinger ne I due papi. Si sa però che tra tanti bravissimi le sfumature fanno la differenza.
Di Lucrezia Palma
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