ANTIGONE. La tragedia della ribellione, con Lo Monaco (Creonte), al Bellini di Napoli

È in scena nella sala del teatro Bellini di Napoli ANTIGONE di Sofocle nella personale ed attualissima versione della regista siciliana Laura Sicignano. Nel ruolo del tirranno Creonte si mette alla prova Sebastiano Lo Monaco, una delle colonne del teatro italiano. Sul palco, con Lo Monaco, recitano (in ordine alfabetico): Lucia Cammalleri, Egle Doria, Luca Iacono, Silvio Laviano, Simone Luglio, Franco Mirabella, Barbara Moselli, Pietro Pace. Si tratta di una produzione del Teatro stabile di Catania. Lo spettacolo ha debuttato a ottobre 2019.

Antigone: la tragedia
Siamo a Tebe dove si è appena conclusa la guerra civile che ha visto Eteocle e Polinice, i due figli di Edipo, contendersi il trono uccidendosi a vicenda. Creonte, fratello di Edipo, è il nuovo re ed emana un editto che vieta la sepoltura del cadavere di Polinice, ritenuto un traditore della patria, perché, come re, deve seguire la ragion di stato, eliminando ogni possibile focolaio di ribellione.

Antigone, giovane sorella di Polinice, vuole invece dare degna sepoltura al fratello ucciso e lasciato alla mercè di vermi ed animali e si oppone con tutte le sue forze alla ferrea volontà di Creonte che la imprigiona in una grotta.
La tragedia è nell’aria. Grazie all’intercessione del coro ed agli avvertimenti di Tiresia, (il mago), Creonte decide di liberare la nipote ma è ormai troppo tardi. Antigone viene infatti trovata morta e questo evento scatenerà un effetto domino portando a morte Emone, figlio di Creonte e promesso sposo di Antigone e sua madre Euridice moglie del re, vinta dal dolore e lasciando Creonte solo perseguitato dai fantasmi e vittima della sua stessa intransigenza.

La tragedia greca e l’attualità della ribellione
Il mito di Antigone, eroina femminista in “tempi non sospetti”, e con molti secoli di anticipo, mostra in questa rappresentazione tutta la sua modernità. Diventa metafora di solidarietà sociale, dei diritti dei più deboli, della difesa della famiglia rispetto alla legge, quando questa diventa ingiusta. La drammaturgia di Sicignano per questa “sua” Antigone è ricca di “pathos”, con attori perfettamente capaci di trasmettere al pubblico intensità ed emozioni tipiche della tragedia greca.

Lo Monaco conferma la sua professionalità, presentando un Creonte imponente, anche grazie alla sua fisicità. Il re evoca tutta la drammaticità della sua condizione fino al pentimento finale. Lo spettacolo risulta comunque equilibrato, dove gli attori trovano tutti ampio spazio di espressione.
Barbara Moselli, nel difficile ruolo di Antigone, arricchisce il suo personaggio con toni inizialmente severi e duri. Il tono pian piano si trasforma in grande tristezza quando la tragedia colpisce tutta la sua famiglia. Nota di merito va all’intensità di Egle Doria (Euridice) e di Tiresia di Franco Mirabella, soprattutto nel suo convincente monologo finale.

La scenografia è molto suggestiva. I pannelli lignei alla fine della rappresentazione si inclinano infatti sulla scena. Aggiungono maggiore pathos alla tragedia interpretata. Sia la scena che i costumi sono curati da Guido Fiorato.
Note di regia
La regista spiega a proposito della sua rappresentazione della sua Antigone: “In questa versione di Antigone si privilegia l’azione e la relazione rispetto alla dizione. La drammaturgia si intreccia con il suono e la musica dal vivo, lo spazio astratto e visionario richiama macerie di palazzi sventrati, evoca scenari mediorientali di guerre infinite, tecnologia e miseria. Un’Antigone, dunque, fedele a Socrate al testo, dove si contrappone la parola del potere e quella della ribellione, la pietas dei giovani – che giunge agli estremi del cupio dissolvi – contro la Ragion di Stato degli adulti (…). I giovani di questa tragedia si immolano. Il vuoto dei padri inghiotte quello dei figli, in un vortice che implode davanti agli occhi del mondo.
Continua Sicignano: “Tutti i personaggi invocano gli dei, ma non arriverà alcun deus ex machina a riportare la pace, innanzitutto per affrontare il mito in una terra – la Sicilia – che si è nutrita di grecità (…). Per riflettere su questi temi e renderne l’universalità, miei primi compagni di viaggio saranno un attore siciliano di tradizione classica – Sebastiano Lo Monaco – nei panni di Creonte. Creonte si contrappone ad un’Antigone – Barbara Moselli – che pur provenendo da una scuola classica, si è mossa spesso nei teatri di frontiera. Accanto attori concreti e creativi, capaci di padroneggiare corpo e parola, provenienti dalla Sicilia, ma con esperienze nazionali alle spalle“.
Antigone resta in scena nel suggestivo ed elegante teatro Bellini di Napoli fino al 12 gennaio.
Di Marco Iannaccone/ Scarlet Lovejoy
Per informazioni e prenotazioni: http://www.teatrobellini.it