LEA MASSARI: incantevole e raffinata attrice romana

LEA MASSARI: incantevole e raffinata attrice romana
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LEA MASSARI, nome d’arte di Anna Maria Massatani, (Roma 1933), è considerata l’attrice più raffinata, passionale, malinconica degli anni ’60/’70. È stata scelta da grandi registi del cinema italiano e internazionale: Mario Monicelli, Michelangelo Antonioni, Dino Risi e Sergio Leone e dai francesi Louis Malle e René Clément. Indimenticabile è ancora la sua Anna Karenina, trasmessa dalla RAI, nel 1974.

L’attrice è particolare nei tratti somatici, con uno sguardo felino e la voce roca e sensuale, una bellezza aristocratica. Figlia di un ingegnere, vive durante l’infanzia tra Francia, Spagna e Svizzera. Si laurea in architettura negli anni ’50, e lavora prima come modella e poi come attrice. Nello spettacolo, collabora inizialmente come aiuto scenografa con il famoso architetto, scenografo e costumista (più volte nominato agli Oscar) Pietro Gherardi (1909-1971).

Lea Massari, in tutto il suo splendore

Gherardi è un amico di famiglia e si accorda con la ventenne Anna Maria per esplorare questo tipo di attività. Mentre lavorano per i costumi del film Proibito, nel 1954, Monicelli nota la bellezza della giovane e la sceglie nel ruolo della ribelle e passionaria Agnese, con Mel Ferrer e Amedeo Nazzari. È questa la sua prima interpretazione cinematografica.

Lea Massari: la perdita del primo grande amore e il lavoro d’attrice

L’Attrice prende il nome d’arte di Lea Massari a 22 anni, quando Leo, il suo fidanzato, muore in un tragico incidente, 10 giorni prima del loro matrimonio. È una tragedia che segnerà profondamente la vita dell’attrice.

Nel 1957, la giovane e promettente artista è Lucia in I sogni nel cassetto, di Renato Castellani. È un film che testimonia in modo eclatante i cambiamenti della società italiana. Nel 1958 entra poi nel cast di Resurrezione, una co-produzione franco-italo-tedesca, per la regia di Rolf Hansen e la sceneggiatura di Enrico Castellani.

In questo periodo non mancano le intepretazioni a teatro. Nel 1960, Massari recita infatti In Due sull’altalena di William Gibson, mentre nel 1962 diventa Rosetta nella commedia musicale Il Rugantino di Garinei e Giovannini accanto a attori del calibro di Nino Manfredi, Aldo Fabrizi e Bice Valori. Il grande successo della commedia al Sistina di Roma, spinge l’impresario teatrale statunitense Cohen a far rappresentare lo spettacolo anche in America a Toronto e a Broadway, dove per tre settimane fa sold out.

Aldo Fabrizi , Lea Massari, Armando Trovaioli e Nino Manfredi sul palco del Sistina la sera della prima dello spettacolo Rugantino ANSA

Il successo come attrice impegnata

Nel 1960 è accanto a Monica Vitti in L’Avventura di Michelangelo Antonioni, nel quale l’artista interpreta una giovane donna sognatrice che scompare nel nulla, ottenendo un successo internazionale. L’anno successivo viene diretta da Sergio Leone in Il Colosso di Rodi. Sempre nel 1961, recita in Una vita difficile, di Dino Risi, con Alberto Sordi, Silvana Mangano e Vittorio Gassmann. Per questo film, Lea Massari merita la candidatura al David di Donatello e un Nastro d’Argento. Il film è stato inserito fra i 100 film italiani da salvare. Ancora nel 1961 l’attrice recita nel film Morte di un bandito, con la regia di Giuseppe Amato.

L’attrice gira nel 1961 I sogni muoiono all’alba, regia di Marco Craveri, Enrico Gras e Indro Montanelli. Il film è tratto dall’omonimo testo teatrale del grande giornalista nell’insolita versione di drammaturgo. All’attrice, che interpreta il ruolo della ribelle ungherese Anna Miklos, innamorata di un giornalista italiano comunista, viene assegnato il David di Donatello.

Dopo due film di produzione straniera, nel 1963 ottiene il suo terzo Nastro d’Argento per il film Le quattro giornate di Napoli, di Nanni Loy, su soggetto di Pratolini. È un film ancora oggi trasmesso per ricordare quel particolare momento storico. Napoli insorge contro i nazisti, prima dell’arrivo degli alleati.

Ricordiamo poi le interpretazioni in Il giardino delle delizie, nel 1967, diretto da Silvano Agosti. Il film pesantemente censurato in Italia, viene distribuito in Francia. Ottiene però il Premio del Pubblico alla Mostra internazionale del Nuovo Cinema di Pesaro ed è incluso tra i 10 migliori film dell’anno all’Esposizione universale internazionale di Montréal.

Gli sceneggiati televisivi: dalla Monaca di Monza a Anna Karenina a Cristo si è fermato a Eboli.

Lea Massari è stata anche una famosa e raffinata interprete di sceneggiati televisivi prodotti dalla RAI. La televisione le affida infatti il ruolo della Monaca di Monza nello sceneggiato I promessi sposi, nel 1967, con la regia di Sandro Bolchi. Sempre con Bolchi, nel 1969, recita in I fratelli Karamazov.

La RAI la ingaggia, nel 1974, per la seguitissima e più volte riproposta miniserie Anna Karenina, in sei puntate, diretta sempre da Bolchi, tratta dal capolavoro di Lev Tolstoj, dove è un’intensa e commovente Anna. Altra interpretazione per la televisione è in Quaderno proibito (1980, da Alba de Céspedes)

Massari
Anna Karenina: una scena

Dopo l’interpretazione di Anna Karenina, la Francia, nel 1975, sceglie la nostra brava e famosa artista come membro della Giuria di Cannes.                                         

Lea Massari: gli anni ’70 e ’80

Considerata un’attrice di classe, affascinante, profonda e cupa, Massari recita anche con Michel Piccoli e Romy Schneider nel film L’amante (1970, Les choses de la vie), un dramma introspettivo ed esistenziale, tratto dal romanzo di Paul Guimerd. È il primo grande successo del regista Claude Sautet, con una toccante colonna sonora di Philippe Sarde. L’attrice ottiene il Premio Louis Delluc.

Seguono altri film di successo: La corsa alla lepre attraverso i campi (1972), L’uomo che non seppe tacere (1972) e Un battito d’ali dopo la strage (1973). Sempre nel 1973, l’attrice si guadagna il suo quarto Nastro d’argento per La prima notte di quiete, regia di Valerio Zurlini, interpretato con Alain Delon e Alida Valli. Il quinto Nastro d’argento le viene assegnato, nel 1975, per Allonsanfàn, con la regia di Paolo e Vittorio Taviani, girato con Mastroianni e Betti.

Lo scandaloso Soffio al cuore, Cristo si è fermato a Eboli, Segreti segreti, Una donna spezzata, Viaggio d’amore

Il grande regista Louis Malle, nel 1979, offre a Lea Massari il personaggio più inquietante e forse interessante della sua carriera, (dopo Anna Karenina) quello di Clara Chevalier in Soffio al cuore. Clara è la madre del quindicenne Laurent, terzogenito di un agiato ginecologo, con due fratelli “tiranni” e una lieve affezione cardiaca. il film viene definito “immorale” e scuote i benpensanti di tutto il mondo per l’evocazione di un incesto, ma riceve anche l’Etoile de Cristalle. L’attrice nella realtà viene imputata e poi assolta, anche di corruzione in quanto l’attore Benoit Ferreux, suo partner, ha solo 16 anni.

Massari
Soffio al cuore: una scena

Per il suo ruolo di Luisa Levi, nel film cult Cristo si è fermato ad Eboli, l’artista riceve Il sesto Nastro d’Argento, nel 1979. Il film, diretto da Francesco Rosi, con Volontè, viene trasmesso dalla RAI a puntate, ed è tratto dal romanzo omonimo di Carlo Levi, scrittore, politico e antifascista. Per la sua ideologia Levi viene condannato al confino ad Aliano, in Lucania, un posto primitivo, pieno di superstizioni. Lo scrittore entra in contatto con i contadini che non giudica ma con cui empatizza e si schiera dalla loro parte. Il film ottiene molti riconoscimenti ed è considerato tra le perle girate da Volontè.

Massari
Cristo si è fermato a Eboli: Massari e Volontè

Nel 1985 l’attrice riceve poi la Nomination come Migliore attrice protagonista ai David del film Segreti segreti, con la regia di Giuseppe Bertolucci. Scritto da Giuseppe Bertolucci e Vincenzo Cerami, il film esplora l’universo femminile attraverso il ritratto di donne diverse fra di loro, tra le quali Lina Sastri che vince l’ambito premio.

Sceneggiatrice di Una donna spezzata di Simone de Beauvoir

L’artista è stata anche sceneggiatrice del film per la TV di Marco Leto, tratto dal romanzo di Simone de Beauvoir storica compagna di Sartre: Una donna spezzata (1988). Interpreta intensamente il ruolo della moglie tradita, che inizialmente lotta per il suo matrimonio. Alla fine, condanna però l’ipocrisia del marito, rivendicando la sua libertà e indipendenza affettiva.

Nel 1990 l’attrice recita nel suo ultimo film Viaggio d’amore, con Omar Sharif e la regia di Ottavio Fabbri. È un viaggio a piedi verso il mare di un’anziana coppia di coniugi, un amaro racconto tratto da una sceneggiatura di Tonino Guerra, un canto del cigno.

Viaggio d’amore: Massari e Sharif

Il ritiro a 57 anni e l’impegno per gli animali

Dopo aver recitato nel cinema, nel teatro e per la TV, Lea Massari si  ritira dalle scene all’età di 57 anni, nella sua casa in Sardegna con il marito Carlo Bianchini, (pilota dell’Alitalia in pensione) e i suoi cani. È una decisione presa per stanchezza e indole caratteriale e per dedicarsi, come da lei dichiarato, al suo grande amore, quello per gli animali. Nella famiglia dell’attrice la caccia era pratica conosciuta, e anche Massari era cacciatrice, cosa di cui successivamente si pentirà, convertendosi alla causa animalista.

Lea Massari in una immagine di archivio senza data. ANSA

Ha raccontato di sé: “Il giorno 30 giugno 1933 sul periodico in dialetto romanesco Rugantino appare:Stamattina è nata una bambina che si chiama Massatani Anna Maria”. Ho conservato quel giornale. Sono nata a Monteverde vecchio, figlia di romani per diverse generazioni da parte paterna e da parte materna di origine umbra. Ho vissuto alcuni anni nella zona Prati, dietro il famoso Palazzaccio (Palazzo di Giustizia) e poi per 27 anni ai monti Parioli, che allora era ancora campagna. Avevamo l’orto di guerra sotto casa. Ho dei ricordi della mia infanzia con Roma sotto la neve. La mano nella mano di mio padre e di mia madre, mentre andavamo a mangiare dai parenti, in posti che avevano spazi e silenzi, come i boschi che oggi non ci sono più. La città è cambiata e io ho preferito andarmene da Roma e abitare in campagna, con mio marito“.

Di Lucilla Continenza e Judith Maffeis Sala

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