GASSMAN: Il Mattatore. L’Attore tra genio, vera passione e malinconia

GASSMAN: Il Mattatore. L’Attore tra genio, vera passione e malinconia
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VITTORIO GASSMAN (all’anagrafe Gasmann) è stato tra i più grandi e completi artisti italiani, una vera incona ancora rimpianta. È ricordato come Il Mattatore, per il suo carattere da istrione e dal titolo del programma televisivo in dieci puntate, trasmesso nel 1959, da lui interpretato, che lo rende noto al grande pubblicoGassman è qui accompagnato da attori tutti di formazione teatrale. Nel 1960 viene prodotto il film con il medesimo titolo e la regia di Dino Risi. Con “il Mattatore recitano Peppino De Filippo, Mario Carotenuto, Dorian Gray.

Il Mattatore è la storia del truffatore che ha affascinato moltissimi spettatori. È una piacevolissima pellicola con un Gassman istrionico: un ritratto scanzonato dell’Italia di fine anni ’50 e ’60. Il film è una sequenza di episodi diversi e divertenti legati, oltre che dai personaggi, dalla voce fuori campo del protagonista che li introduce e li commenta.

Gassman
Il Mattatore: una scena

“Tra me e il cinema ci fu antipatia fin dal primo momento“: appare strana questa ammissione di Gassman, in quanto l’indimenticato e indimenticabile artista ottiene successo sin dalla sua prima interpretazione sul grande schermo in Preludio d’amore. Ai tempi Gassman si era già fatto apprezzare come attore teatrale. A vent’anni esordisce infatti ne La nemica di Niccodemi, a fianco di Alda Borelli. L’anno successivo interpreta Ma non è una cosa seria sempre a teatro.

Gassman e l’insaziabile amore per il teatro

Vittorio Gassman nasce a Struppa (Genova) il 1 settembre 1922, figlio dell’ingegnere civile tedesco Heinrich e di Luisa Ambron. Muore a Roma il 29 giugno 2000.

Nel 1928 la famiglia Gassmann si trasferisce a Roma, dove Vittorio compie i suoi studi, iscrivendosi, dopo la maturità classica, alla facoltà di Giurisprudenza, ma contemporaneamente frequenta l’Accademia d’Arte Drammatica. Durante la Seconda Guerra Mondiale, recita in teatro acquisendo notorietà ed apprezzamenti.

Negli anni del dopoguerra, l’attore è accolto nelle più importanti compagnie teatrali, sotto la guida di apprezzati registi: Orazio Costa, Luigi Squarzina, Luchino Visconti. Sul palcoscenico impersona con intensità e autorevolezza i grandi classici che non abbandonerà mai: Oreste di Alfieri fino a Un tram che si chiama desiderio di Tennesse Williams. Nel 1952 recita per primo la versione integrale di Amleto e si alterna con Salvo Randone nei ruoli di Iago e del Moro in Otello. Recita anche nell’Adelchi di Manzoni, affascinando il pubblico. La sua recitazione è forte, potente, di grande presenza scenica, da leone del palco, da Mattatore.

Nel 1952, insieme a Luigi Squarzina, fonda e dirige Il Teatro d’Arte italiano; in cartellone Tieste di Seneca, I persiani, Il Prometeo incatenato e l’Orestea di Eschilo.

Il teatro non basta però al Mattatore italiano. Gassman sostiene che chi va a teatro può economicamente permetterselo. Lui vuole invece conquistare il grande pubblico, quello del cinema. La scelta di dedicarsi al grande schermo, anche se il suo vero amore resta il teatro, dipende pure da un fatto economico. I guadagni dei tantissimi film girati gli permetteranno infatti di finanziare il suo teatro.

Intervista a Gassman (1970)

Il cinema

Al cinema Gassman è indimenticabile personaggio che si distingue per la varietà dei personaggi interpretati, mantenendo sempre il suo taglio alla Gassman. Gira anche ruoli da cattivo. Giuseppe De Santis lo vuole infatti come pregiudicato nel film capolavoro del cinema italiano Riso Amaro (1949). Memorabile per gli spettatori resta il ballo scatenato con Silvana Mangano.

Riso Amaro: Gassman e Silvana Mangano

Gassman ha ancora accanto Mangano e Raf Vallone in Anna del 1951, con la regia di Alberto Lattuada.

Considerato uno dei più grandi film sulla guerra e uno dei capolavori della storia del cinema è poi il film La grande guerra, diretto da Mario Monicelli. Recitano Gassman e Alberto Sordi. Il film, uscito nel 1959, vince il Leone d’oro al Festival di Venezia ed è nominato all’Oscar. Tratta della Grande guerra. È una denuncia sull’insensatezza dei conflitti, una lezione critica che riguarda tutti le guerre.

Il Mattatore fa poi parte del cast di stelle di Crimen, diretto da Mario Camerini nel 1960, un film ispirato a una fatto di cronaca realmente accaduto nel 1907.

Da i Soliti ignoti a Il sorpasso

Ne I soliti ignoti, 1958, regia di Mario Monicelli, Gassman si trasforma in Er Pantera e fa il ladruncolo balbuziente. È la sua prima interpretazione comica, insieme a Totò e Marcello Mastroianni. Considerato un capolavoro della commedia all’italiana, il film ottiene due Nastri d’argento e una candidatura ai Premi Oscar 1959, come migliore film straniero.

Gassman
I soliti ignoti: una scena

Nel 1962, diventa Adriano, il protagonista di Anima nera, con la regia di Roberto Rossellini, tratto dall’omonima commedia di Giuseppe Patroni Griffi. Il tema è l’esistenza di un mondo corrotto e depravato. Sempre nel 1962, per Risi, interpreta La marcia su Roma, insieme a Ugo Tognazzi. È un film di grande spessore sociale anche se divertente. La vicenda narra di come il fascismo si sia affermato per l’appoggio economico dei grandi latifondisti agrari. I cittadini e il clero sono sostenitori del nuovo regime, mentre nelle campagne anarchiche è forte l’opposizione anche violenta dei contadini e nelle città degli operai. Viene anche evocata la figura del poeta Gabriele d’Annunzio.

Il terzo capolavoro di recitazione cinematografica di Gassman è Il sorpasso, uscito nel dicembre 1962, che consolida il sodalizio con Risi. L’attore si aggiudica il David di Donatello come migliore attore protagonista. Il sorpasso è forse il suo lungometraggio più conosciuto al grande pubblico. Nel giorno di Ferragosto, a Roma, due amici, Roberto, un timido studente in giurisprudenza (Jean Louis Trintignant) e Bruno, un quarantenne immaturo (Gassman) trascorrono la giornata in automobile, su una Lancia Aurelia Sport che sfreccia troppo velocemente sulle strade. Il tempo è scandito da un susseguirsi di eventi e l’inatteso epilogo che rende il film un cult. L’artista interpreta il ruolo dello sbruffone quarantenne, dell’arrivista, del cialtrone smanioso di facile successo.

Gassman
Il sorpasso: una scena

Tantissimi film e il successo internazionale

Seguono per Gassman tante altre interpretazioni, difficile elencarle tutte. Il Mattatore è instancabile. Menzioniamo: L’amore difficile del 1962, I mostri del 1963, Frenesia dell’estate del 1963, Se permettete, parliamo di donne, del 1964 diretto da Ettore Scola, composto da nove episodi con altrettanti ritratti femminili. Con Gassman ci sono grandi nomi: Sylva Koscina, Antonella Lualdi, Giovanna Ralli e Walter Chiari. Ricordiamo La congiuntura del 1964, diretto sempre da Scola, che vale a Gassman un altro David di Donatello.

L’artista interpreta il ruolo del principe Vincenzo Gonzaga ne Una vergine per il principe con Virna Lisi e la regia di Pasquale Festa Campanile, nel 1965. Sempre nel 1965, con la regia di Salce, si dà al genere comico con Slalom.

Dall’Armata Brancaleone a Profumo di donna

Una delle caratterizzazioni più indelebili della carriera del Mattatore si rileva nell’Armata Brancaleone di Scola. Le sale cinematografiche sono gremitissime per questo film in costume. Scola, pertanto, richiama sul set Gassman per L’Arcidiavolo, nel 1966. Risi lo dirige ancora per Il tigre nel 1967 che gli vale un altro David di Donatello.

Il Mattatore interpreta nel 1970, con la regia di Mario Monicelli, Brancaleone alle Crociate che però non eguaglia il successo del precedente Armata Brancaleone, ma alcuni spettatori affermano d’essere più divertiti con quest’ultimo. Nel 1971 gira film più politico-sociali come il cult In nome del popolo italiano con l’amico Ugo Tognazzi, diretto ancora ancora da Risi. Da menzionare C’eravamo tanto amati che esce nel 1974 con la regia di Scola. Accanto a Gassmann ci sono i grandi Nino Manfredi, Aldo Fabrizi, Stefano Satta Flores e Stefania Sandrelli.

Un altro cult del cinema italiano è l’indimenticabile Profumo di donna del 1974, per la regia di Scola e con la memorabile interpretazione di Agostina Belli. Il film sarà riproposto da Al Pacino in una versione americana di grande successo. Grazie a Profumo di donna, Gassman si guadagna il premio come Migliore Attore a Cannes, un Nastro d’argento e un David di Donatello.

Profumo di donna: una scena

I capolavori degli anni ’70

Diretto da Risi, nel 1977, Anima persa è un film a metà tra il gotico e drammatico, tra il thriller e il tragicomico. Con Gassman ci sono Catherine Deneuve e Danilo Mattei. Nel 1977, l’attore è interprete, con Ornella Muti e Alberto Sordi, del film I nuovi mostri, di Monicelli, Risi e Scola, un capolavoro. È una nuova commedia satirica, la versione integrale consta di quattordici brevi episodi. Nel 1978, recita in Un matrimonio con la regia di Robert Altman, con Geraldine Chaplin, Howard Duff e Mia Farrow.

Gassman realizza anche un Revival-inventario sulla sua vita, 7 giorni all’asta, nel 1977, seguito poi da 4 risate in famiglia, al quale collaborano amici e parenti. Nel 1979 Caro papà gli vale un altro David. Nel 1979, lo troviamo in Quintet, diretto ancora da Altman. Quintet si ispira a un gioco da tavolo praticato da cinque partecipanti che prevede l’eliminazione fisica dei perdenti.

Con La terrazza, l’attore chiude gli anni ’70 proponendo un ritratto acido e disilluso della classe intellettuale romana. È un’opera importante e ancor oggi attuale. Recita con Ugo Tognazzi, Ombretta Colli e Marcello Mastroianni; la regia è di Scola. Nel 1985 gira Il potere del male. Nel 1988 si guadagna un altro David con La famiglia. Con Lo zio indegno nel 1990 si aggiudica un altro Nastro d’Argento. Negli ultimi anni il grande artista soffre di crisi depressive, anche se trova sempre la forza di recitare. Ricordiamo la sua interpretazione in Sleepers, nel 1996, produzione americana, con la regia di Barry Levinson, con grandi nomi (Brad Pitt, Robert De Niro, Dustin Hoffman). Gassman viene accolto dai mostri sacri di Hollywood come un Maestro della recitazione.

Nel 1996 riceve il meritatissimo Leone d’oro alla Carriera                                                                                                                                                                          

Gassman: Leone d’oro alla carriera. La premiazione

La Bottega dell’attore e gli ultimi anni

Fondatore e direttore dal 1979 al 1991 della Bottega dell’Attore, tra gli allievi ha suo figlio Alessandro. Nell’ultima parte della sua carriera il Mattatore aggiunge poesie al suo repertorio, lottando sempre con la depressione. Come scrittore, nel 1965, pubblica anche il romanzo Luca dei numeri, poi gli autobiografici per verbalizzare il suo sentire e disagio: nel 1981 Un grande avvenire dietro le spalle e nel  1990 Memorie del sottoscala. Pubblica altri tre libri: Ulisse e la balena bianca, Mal di parola e Lettere d’amore sulla bellezza.

Il Mattatore è anche noto per il grande fascino e l’indiscutibile avvenenza fisica, e per la fama di gran seduttore.

Tre sono le mogli: Nora Ricci, Shelley Winters, Diletta D’Andrea, e una relazione importante con Juliette Mayniel. Ha avuto 5 figli: Paola con Nora, Vittoria con Shelley, Alessandro con Juliette e Jacopo con Diletta. Adotta anche Emanuele Salce, figlio di Diletta e di Luciano Salce. Tutti lo ricordano con grande stima e profondo amore.

Di Lucilla Continenza e Judith Maffeis Sala

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