HO PERSO IL FILO. Finocchiaro più spumeggiante che mai al Manzoni di Milano

HO PERSO IL FILO. Finocchiaro più spumeggiante che mai al Manzoni di Milano
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HO PERSO IL FILO. Angela Finocchiaro, prorompente, inaspettata, comica, raggiunge il palcoscenico entrando dall’ingresso della galleria. Saluta il pubblico che l’attende incuriosito. È una vera attrice, che fa ridere e coinvolge gli spettatori con i suoi sketch e i suoi spettacoli. Questa volta propone però uno spettacolo diverso dal solito, come lei stessa afferma. Il successo è raddoppiato.

Fino all’8 dicembre 2019 è infatti in scena al Teatro Manzoni di Milano Ho perso il filo, interpretata dall’attrice milanese per la regia di Cristina Pezzoli.

Ho perso il filo: il mito di Teseo contro il Minotauro

Ho perso il filo è una festosa commedia in cui Finocchiaro entra in rapporto diretto con il pubblico. Ironizza su moltissimi temi attuali, eventi quotidiani espressi al limite del grottesco. In Ho perso il filo (titolo non casuale) l’attrice rivisita il mito greco dell’impresa di Teseo contro il Minotauro. L’attrice però impersona Teseo, il mitico eroe che vuole eliminare il Minotauro e affida ad uno spettatore il grande gomitolo da cui prende il filo per cimentarsi nella storia.

Svela ansie, paure, ipocrisie che fanno parte della vita quotidiana non solo sua, ma di tutti. Persa nel labirinto, l’attrice ricorda “flash back”, analessi, del suo passato, della sua infanzia e giovinezza. Ci racconta di come è cambiato il ruolo di genitore da sua nonna, a sua madre a se stessa come madre di due figli quasi adulti. Fa un’analisi in un “labirinto di riflessioni/considerazioni” giocando sempre con l’ironia, talento e attitudine che non tutti hanno. Far ridere o sorridere non è mai facile.

Ho perso il filo

Il pubblico è immediatamente attratto e coinvolto dalle bizzarre peripezie sceniche, dal ritmo incalzante, dalla scenografia interattiva, e soprattutto, da un corpo di ballo di altissimo livello. I danzatori (belli e bravi) sfoggiano tecniche acrobatiche e contemporanee. Finocchiaro, alias Teseo, entrata nel labirinto, viene infatti assalita da strane creature, acrobati, danzatori, spiriti dispettosi che le tagliano il filo, e la lasciano priva del suo..telefono cellulare. Con l’attrice in scena danzano: Alis Bianca, Giacomo Buffoni, Alessandro La Rosa, Antonio Lollo, Filippo Pieroni, Alessio Spirito, magistralmente guidati dalla coreografia di Hervé Koubi, assistito da Fayçal Hamlat

Minotauro: l’intramontabile mito greco

L’attrice ricorda al pubblico che Minotauro, figlio del Toro di Creta e di Pasifae, (re e regina di Creta), è un essere mostruoso e feroce con il corpo d’uomo e la testa di un toro. Nasce per una vendetta di Poseidone, il Dio del Mare, verso Minosse. Quest’ultimo si era infatti fatto regalare dal Dio, un bellissimo e possente toro bianco, mancando però alla promessa di sacrificarlo in suo onore. Il Re offende Poseidone utilizzando un altro comune toro. Accortosi della beffa il Dio punisce Minosse, infiammando di desiderio amoroso e sessuale la regina Pasifae per il toro. Nascosta in una mucca di legno (costruita da Dedalo), la donna attira quindi il toro. Rimane incinta e partorisce Minotauro. Vista la pericolosità di Minotauro, Minosse rinchiude quindi il mostruoso “figlio della vendetta”, nel Labirinto di Cnosso. 

Quando Androgeno, figlio di Minosse muore ucciso dagli ateniesi, Minosse pretende da Atene, sottomessa allora a Creta, che questa invii ogni anno sette fanciulli e sette fanciulle da offrire in pasto al Minotauro.

Teseo, eroe figlio del re ateniese Egeo si offre quindi di far parte dei giovani per sconfiggere il Minotauro. Arianna, figlia di Minosse e Pasifae si innamora di lui. All’entrata del Labirinto Arianna consegna a Teseo il filo, un gomitolo che permette all’eroe di non perdersi. Teseo affronta il Minotauro e lo uccide.

Ho perso il filo: la rivisitazione “attuale” e divertente di Finocchiaro

Nell’interpretazione scenica, l’avventura è assolutamente comica, scatena allegria, ricorda situazioni grottesche, paradossali che oramai viviamo quotidianamente e che superiamo o abbandoniamo senza gravi conseguenze.

Teseo/Finocchiaro vuole il suo telefonino funzionante. Implora per riaverlo. A sostituzione di questo, come mezzo di dialogo o comunicazione, appaiono, in modo magico, su un muro scenico domande e risposte. Questo induce a riflettere su un comportamento umano comune.

Il nostro/nostra protagonista incontrerà Minotauro e troverà la soluzione per sconfiggere il grande mostro, ma non come Teseo. Lo farà con un modo molto più semplice se non addirittura banale. Finale che lasciamo alla curiosità dello spettatore.

Lo spettacolo coinvolge e piace per le parole comiche di un personaggio contemporaneo e l’entusiasmante bravura dei danzatori acrobati. Quest’ultimi circondano l’interprete, la disarmano, la frullano, la privano del filo e addirittura la fanno ballare.

Di Judith Maffeis Sala

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