EDUARDO:la recitazione a 360°. Un orgoglio italiano

Eduardo De Filippo, (per tutti semplicemente Eduardo), nasce a Chiaia (Napoli), il 24 maggio 1900 e muore a Roma il 31 ottobre 1984. Eduardo, attore, regista, sceneggiatore, drammaturgo, scrittore e poeta, è fra i più apprezzati e rappresentati autori teatrali italiani e non solo.

Personaggio poliedrico, è un vero orgoglio italiano, insieme a Luigi Pirandello, Dario Fo e Carlo Goldoni. È stato autore sceneggiatore ed interprete di numerose opere teatrali, tradotte e rappresentate da autori anche all’estero. Si è dedicato anche al cinema con gli stessi ruoli ricoperti a teatro, e facendo conoscere la sua opera e il suo talento al grande pubblico.
Il Maestro ha scritto 55 commedie nel corso della sua vita, tutte opere molto significative. Le ha scritte per il teatro e rappresentate sia in televisione che al cinema. Diversi sono stati i suoi lavori per il cinema, sempre come regista, attore e sceneggiatore. Ricordiamo: Assunta Spina (1948), Napoli milionaria (1950), Filumena Marturano (1951), L’oro di Napoli (1954), Fantasmi a Roma (1960).

L’opera dell’artista si è sempre evoluta nel tempo sperimentando nuove modalità espressive. Eduardo scrive trame leggere, comprensibili, figure comiche, che divertono con la consuetà capacità tutta partenopea, ma dove si avverte profonda melanconia. Fa conoscere il teatro a tutti, con drammaturgie che trattengono il pubblico incollato alla poltrona dalla prima all’ultima battuta.
Insomma Eduardo suscita la risata, ma si tratta di una risata malinconica che contraddistingue il messaggio della sua opera. Il maestro napoletano ha descritto la crisi della società e della famiglia, che nel tempo ha modificato i valori morali. Natale in casa Cupiello, la sua opera più conosciuta, è eclatante nella sua amara comicità.
Eduardo: biografia
Figlio naturale dell’attore e commediografo Eduardo Scarpetta e della sarta teatrale Luisa De Filippo, Eduardo e i suoi fratelli, Titina e Peppino vengono riconosciuti come figli dalla madre e prendono il suo cognome. Scarpetta è infatti già sposato con Rosa De Filippo e da lei ha altri tre figli. Luisa De Filippo, madre di Eduardo, Titina e Peppino, è figlia di Luca, fratello della prima moglie del padre di Eduardo.
Eduardo sale sul palcoscenico a soli 4 anni, nella Compagnia del padre, come piccola comparsa nell’operetta La Geisha a Roma. Il precoce attore cresce praticamente a teatro, nell’ambiente napoletano e della lingua napoletana, che farà conoscere a tutto il mondo. Recita insieme ai fratelli Titina, la maggiore e Peppino, il piccolo di casa.

Nel 1914 il giovane artista, a soli 14 anni, entra stabilmente nella Compagnia del fratellastro Vincenzo Scarpetta. Nel 1920 scrive la sua prima commedia Farmacia di Turno, atto unico dal finale amaro, mentre nel 1922, firma la regia di Surriento gentile. Nel 1926 scrive Requie a l’anema soja, (rinominata I morti non fanno paura ) in cui il giovane drammaturgo, regista e attore recita vestito da vecchio. In un intervista dichiarerà a proposito dello spettacolo: “Non vedevo l’ora di diventare vecchio, così pensavo, non avrò più bisogno di truccarmi. E poi, se faccio il vecchio da adesso, lo posso portare avanti. Se invece mi metto a fare il giovane, presto diranno: “E’ invecchiato!”
Ditegli sempre sì. Eduardo e la follia
Nel 1927 Eduardo arriva a Roma con Ditegli sempre di sì, originariamente Chill’è pazzo! Si tratta di una commedia in due atti scritta da lui nel 1927. In quest’opera il confine tra follia e normalità viene continuamente rovesciato. Michele Murri, il protagonista, dopo un lungo ricovero in ospedale psichiatrico, viene dimesso. In realtà non è guarito, ma nessuno se ne accorge. La caratterizzazione psicologica dei personaggi è molto importante e sta nel perfetto equilibrio fra tragicità e comicità. Tra continui equivoci e fraintendimenti, non appare chiaro chi sia il sano di mente e chi il pazzo. Nel 1932 Eduardo fa una riproposizione dell’opera che viene rappresentata nel tempo in diversi teatri e sceneggiata per la televisione, nata da pochi anni e che attingerà e riproporrà molte delle sue opere .

Un’altra opera giovanile conosciuta è Sik-sik, l’artefice magico, un atto unico scritto da Eduardo nel 1929 ed è tra le commedie più riuscite del periodo giovanile del Maestro. Narra con ilarità e malinconia i risvolti amari della vita di un artista tormentato, povero e filosofo.
I De Filippo
Eduardo realizza il suo grande sogno e fonda I De Filippo, nel 1931, la compagnia del teatro umoristico con Titina e Peppino, che debutta con successo a Roma. L’artista che dirige la compagnia si ispira alla commedia dell’arte, rivalutandola, diversamente dai critici del periodo. Di lui gli attori ricordano la sua grande capacità di improvvisazione.
Con Titina e Peppino, realizza la sua commedia più nota, come già accennato, Natale in casa Cupiello, portata in scena il giorno di Natale del 1931, al Teatro Kursaal di Napoli. La commedia è la storia di un pranzo natalizio rovinato da un dramma famigliare. Il protagonista, un vecchio ingenuo si dedica con passione al presepe, (metafora della famiglia cristiana e perfetta) inconsapevole che il suo mondo tranquillo gli sta crollando attorno.
Eduardo e Pirandello
Eduardo incontra casualmente il grande Luigi Pirandello nel 1933. Fra loro ci sarà un importante rapporto di stima e d’amicizia. Pirandello chiede a Eduardo di adattare in napoletano, una delle sue drammaturgie più riuscite, Il berretto a sonagli. Nel 1936, Eduardo si trasforma in uno strepitoso Ciampa che riflette sull’importanza dell’onore e porta a teatro la complessità (le tre corde) del messaggio pirandelliano. Nel 1935, tra i due maestri inizia una vera collaborazione. Eduardo mette in scena prima Liolà e poi scrive con Pirandello L’abito nuovo rappresentato nel 1937, a pochi mesi dalla scomparsa del maestro di Girgenti.

La Compagnia: Il Tetro di Eduardo e l’antifascismo
Nel 1944 I De Filippo recitano per l’ultima volta tutti insieme. Infatti Eduardo e Peppino litigano seriamente e i due fratelli prenderanno strade diverse. Il diverbio non si risolverà mai e Eduardo fonda la sua compagnia Il Teatro di Eduardo. Impegnato attivamente nel sociale, durante la guerra dona gli incassi dei suoi spettacoli, per far sopravvivere e nascondere gli ebrei romani. I tedeschi scoprono l’accaduto e lo costringono a nascondersi a Napoli. Fino alla fine della guerra le sue opere saranno censurate.
Gli anni del dopoguerra sono per Eduardo anni di grande impegno e di crescita professionale. Acquista e ricostruisce nel 1948 il Teatro San Ferdinando di Napoli, e recitando in napoletano, ridà al napoletano la dignità di una lingua riconosciuta. Da menzionare, di questo periodo, opere come: Napoli Milionaria, Questi fantasmi e Filumena Marturano.
L’impegno civile e politico
Di Eduardo è importante ricordare oltre al proseguimento del suo impegno per il teatro anche quello politico, dalla parte della gente e a sinistra. Cerca in tutti i modi di creare un Teatro Stabile di Napoli e ottiene numerosi riconoscimenti, tra cui due lauree honoris causa: una a Birmingham (1977), l’altra a Roma (1980). Nel 1981 è nominato Senatore a vita nel gruppo di Sinistra indipendente, per volere di Sandro Pertini (Presidente della Repubblica).

L’ultima sua opera scritta è Gli Esami non finiscono mai. Eduardo compone e interpreta questo prologo in tre atti nel 1973. Durante una delle rappresentazioni, Eduardo ha un infarto che lo limiterà molto negli anni successivi, ma torna subito a recitare e il suo ingresso in scena viene accolto con un’ovazione. Nel 1976 va in onda la trasposizione dell’opera in TV, in cui il Maestro interpreta il protagonista Guglielmo Speranza. Il titolo della commedia è ancora oggi un modo di dire popolare. “Il protagonista supera tutte le prove, tutti gli esami a cui viene sottoposto ma nonostante il brillante esito la sua vita sarà infelice, avvelenata dall’invidia, dalle maldicenze, dalle cattiverie. Diventato vecchio, Guglielmo si rifugia nel silenzio e morirà nella solitudine e nell’indifferenza dei suoi familiari“.
Vita privata
L’artista ha avuto una vita privata complicata. Raggiunge la serenità solamente con la terza moglie, la scrittrice e sceneggiatrice Isabella Quarantotti, sposata nel 1977. Dalla seconda moglie, Thea Prandi, ha due figli, Luca e Luisa. Luisa muore in tenera età mentre Luca De Filippo porterà avanti l’opera del padre con grande successo.

Eduardo ci lascia nel 1984. I funerali sono da Senatore nella Camera Ardente del Senato. Al funerale non manca nessuno: da Monica Vitti, a Nino Manfredi, a Mario Monicelli, a Cesare Zavattini e al futuro premio Nobel Dario Fo che durante la cerimonia funebre definisce Eduardo: “un autore civile, un attore del proprio tempo”.
Di Lucilla Continenza e Judith Maffeis Sala