ANGELS IN AMERICA. America all’Elfo Puccini di Milano. Non ci sono angeli negli States

ANGELS IN AMERICA – (Parte prima- Si avvicina il millennio), di Tony Kushner, è in scena all’Elfo Puccini di Milano fino al 17 novembre. Angels in America ci mette davanti a una triste verità, nella versione per l’Elfo, firmata da Ferdinando Bruni e Elio De Capitani. Lo spettacolo si compone di due parti: Si avvicina il millennio appunto, fino al 17 novembre e Perestroika, all’Elfo dal 5 al 24 novembre. Entrambe le parti sono rappresentate in sala Shakespeare.
La nuova edizione torna dopo aver vinto, fra il 2007 e il 2009, i maggiori riconoscimenti teatrali italiani. Il cast riconferma cinque dei vecchi interpreti: De Capitani, Ida Marinelli, Cristina Crippa, Sara Borsarelli e Umberto Petranca. Si arricchisce anche di nuove leve: Angelo Di Genio, Alessandro Lussiana, Giusto Cucchiarini e Giulia Viana.
Una scommessa vinta per l’Elfo, che propone anche alcune grandi maratone della durata di quasi 7 ore, con la possibilità di vedere le parti insieme.
Angels in America-Si avvicina il millennio: sinossi
Angels in America– Si avvicina il Millennio, narra delle vicende intrecciate della coppia omosessuale formata da Prior e Louis e dei coniugi Pitt, (Joe e Harper). Joe è un avvocato Mormone segretamente omosessuale (se ne renderà conto soprattutto grazie all’incontro con Louis), mentre Harper è una casalinga malata che soffre di allucinazioni indotte dall’abuso di Valium. Sullo sfondo, una figura che rappresenta l’America più sfacciatamente repubblicana e razzista attraverso la quale Kushner ha predetto, purtroppo, Trump e quello che l’America è ancora oggi: Roy Cohn. Personaggio realmente esistito, che fu tra l’altro proprio avvocato personale di Trump.

Proprio da Cohn, interpretato da un De Capitani vero e proprio mattatore della scena, con una potenza vocale e dei ritmi davvero invidiabili, è giusto partire per parlare di questo spettacolo e della sua attualità. L’Elfo e la sua coppia di registi fanno Bingo riproponendo uno spettacolo del genere, proprio oggi, (in contemporanea con l’uscita del Joker di Todd Phillips), e in un periodo in cui l’America sembra davvero tornata indietro di trent’anni. Cohn è infatti un repubblicano, maccartista, attaccato alle apparenze e al potere. È attratto dagli uomini oltre che dalle donne ma è ben deciso a tenerlo segreto. Malato d’AIDS, nasconde al mondo la malattia, che lo ucciderà con un cancro al fegato, pur di non essere etichettato come omosessuale.

Purtroppo la sete di potere, l’incoerenza del potere stesso, il ricorso a qualsiasi menzogna pur di evitare lo scandalo, l’omofobia, l’illegalità anche ai vertici della società, sono un tarlo degli USA. Lo sono oggi più che mai. Un tarlo che la società statunitense ha dentro di sé e dal quale farà fatica a liberarsi, se mai accadrà.
Recensione: una scommessa vinta dall’Elfo
Angels in America – Si avvicina il millennio riesce infatti a creare un perfetto parallelismo tra tempo passato e quello presente. Il passato è rappresentato dall’ignoranza che girava attorno al virus dell’AIDS. Le musiche ci riportano infatti all’America, dagli anni 50’ agli anni 80’, come anche i costumi. Il presente si percepisce invece dalle luci, dalle immagini e dalla scena. Sono molto contemporanee, cinematografiche, d’effetto. La recitazione degli attori infine è fresca, piena di azione, mai noiosa nonostante la lunga durata dello spettacolo.

Gli attori sono tutti bravissimi, a partire dal già citato De Capitani seguito da Angelo Di Genio nei panni di Prior e Giulia Vania nei panni di Harper Pitt. Di Genio e Vania sono due nuovi innesti al cast perfettamente riusciti, due attori giovani e potentissimi, che non cadono mai nella macchietta e nello stereotipo. Centrano pienamente l’obiettivo nonostante l’età e nonostante i loro personaggi, così sopra le righe, comportino questi rischi.
La regia risulta brillante, coinvolgente, con dei ritmi serrati e mai noiosi. Il merito va anche e soprattutto agli interpreti, all’aiuto delle luci, delle musiche e delle scene che sono anche led wall. Appaiono infatti le intestazioni delle scene e immagini che diventano scenografia a tutti gli effetti. Per fortuna, lo spettacolo, pur essendo molto cinematografico, non perde la bellezza e l’impatto dell’esperienza teatrale, dal vivo. I cambi scena sono effettuati dagli attori stessi e dai tecnici a vista che danno quel tocco meraviglioso di artigianalità che il Teatro ha e deve continuare ad avere.
Da vedere!
Di Claudio Pellerito
Informazioni e prenotazioni: https://www.elfo.org/index.html